È giunta oggi in Kosovo una partita di migliaia di droni Skydagger ordinati dalla Turchia, una fornitura che ha immediatamente inasprito le tensioni con la Serbia. Il premier kosovaro Albin Kurti ha annunciato che la consegna, originariamente prevista per gennaio 2026, è stata anticipata di tre mesi grazie a un accordo con la compagnia turca Bajkar. Questi droni sono dotati di esplosivo e possono colpire sia obiettivi fermi sia in movimento, aumentando significativamente la capacità militare del Kosovo.
La reazione della Serbia e le accuse alla Turchia per i droni al Kosovo
La notizia ha provocato una dura condanna da parte del presidente serbo Aleksandar Vučić, che ha definito la fornitura come una “brutale violazione della Carta dell’ONU e della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza”. In un messaggio pubblicato su X, Vučić ha espresso il suo timore per la destabilizzazione dei Balcani occidentali, accusando la Turchia di non volere la pace nella regione e di alimentare tensioni con mire neo-imperiali: “Ora è del tutto chiaro che la Turchia sogna di nuovo il ripristino dell’Impero ottomano. La Serbia è un piccolo Paese, ma abbiamo capito bene il messaggio!”.
Anche Petar Petković, responsabile dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo e capo negoziatore di Belgrado nel dialogo facilitato dall’Unione Europea, ha espresso un fermo dissenso, sottolineando come la militarizzazione di Pristina con armi letali nelle mani di Kurti rappresenti un grave pericolo per la pace e la stabilità regionale. Petković ha inoltre evidenziato che la consegna anticipata dei droni, a pochi giorni dalle elezioni locali del 12 ottobre, mira a rafforzare il premier kosovaro nel suo scontro con la minoranza serba.
Contesto politico e militare nel Kosovo
Il Kosovo, che nel 2009 ha istituito una Forza di sicurezza con mandato civile, ha avviato nel 2018 la trasformazione di tale struttura in un esercito regolare con mandato militare, una mossa fortemente osteggiata dalla Serbia. Belgrado infatti non riconosce l’indipendenza del Kosovo e fa appello alla risoluzione 1244 dell’ONU che autorizza la presenza militare della NATO tramite la missione Kfor, ma vieta armamenti alle forze kosovare.
Il premier Kurti ha pubblicato su Facebook immagini dei camion carichi di droni all’aeroporto di Pristina, ribadendo la volontà di rafforzare le capacità di difesa del Paese, nel contesto di una regione ancora segnata da fragilità e tensioni etniche. Il confronto tra Kosovo e Serbia resta acceso, con un dialogo bloccato e una situazione politica interna turbolenta, aggravata da episodi di violenza e proteste, mentre l’Unione Europea continua a mediare per una stabilizzazione duratura.






