Teheran, 18 giugno 2025 – La Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha riaffermato con fermezza che il Paese non si arrenderà mai di fronte a imposizioni esterne, né di guerra né di pace. Nel corso di due interventi distinti, trasmessi dalla televisione di Stato e riportati dalle agenzie di stampa, il leader iraniano ha sottolineato la determinazione della nazione a resistere a qualsiasi pressione militare o diplomatica, avvertendo in particolare gli Stati Uniti sui rischi di un intervento militare.
L’opposizione alla guerra e alla pace imposta
Durante un discorso pronunciato a Teheran, Khamenei ha dichiarato che l’Iran si opporrà fermamente a ogni guerra imposta dall’esterno, così come a ogni pace imposta, rifiutando qualsiasi forma di sottomissione. La sua affermazione, riportata dall’agenzia Isna, ha evidenziato la volontà della Repubblica Islamica di mantenere la propria autonomia e sovranità nazionale, senza cedere a pressioni straniere. “Le persone intelligenti che conoscono l’Iran, la nazione e la storia iraniana non parleranno mai a questa nazione con un linguaggio minaccioso, perché la nazione iraniana non si arrenderà”, ha aggiunto la Guida suprema della Repubblica islamica.
Parallelamente, Khamenei ha rivolto un chiaro avvertimento agli Stati Uniti, sottolineando che un intervento militare americano provocherebbe danni irreparabili, rafforzando così la posizione di chi ritiene il conflitto una minaccia diretta alla stabilità della regione e alla sicurezza dell’Iran. Ha poi definito “inaccettabile” l’ultimatum lanciato da Donald Trump.
Chi è Ali Khamenei: un potere consolidato da decenni
Ali Khamenei, nato a Mashhad nel 1939, è la massima autorità religiosa e politica dell’Iran dal 1989, anno in cui è stato nominato Guida suprema dopo la morte di Ruhollah Khomeini. Prima di assumere questo ruolo, Khamenei è stato presidente della Repubblica Islamica per due mandati dal 1981 al 1989. La sua figura è centrale nel panorama politico iraniano e il suo potere è sostenuto da una stretta alleanza con i Guardiani della Rivoluzione, che rappresentano uno dei pilastri del regime teocratico.
Nonostante le critiche interne e internazionali, Khamenei ha mantenuto un controllo rigoroso sul Paese, opponendosi a qualsiasi forma di dissenso e riforma che possa minare la stabilità del governo islamico. La sua leadership è stata definita autoritaria, con un forte riferimento ai valori della rivoluzione islamica, quali giustizia sociale e indipendenza nazionale, ma anche con una marcata repressione delle opposizioni.
In un contesto regionale sempre più instabile, le parole di Khamenei rappresentano un segnale chiaro della linea dura adottata dall’Iran, che non intende cedere alle pressioni esterne né abbandonare il proprio assetto politico e ideologico.