Un blogger keniano, Albert Ojwang, è deceduto misteriosamente nella sua cella a Nairobi, dopo essere stato arrestato per un post giudicato diffamatorio. Come riporta il quotidiano The Standard, le circostanze della sua morte sono in fase di indagine e per due agenti della stazione di polizia sarebbe già arrivata una sospensione preventiva. Amnesty International richiede un’indagine approfondita.
Un tragico epilogo ha colpito il Kenya con la morte del blogger Albert Ojwang, avvenuta nella sua cella a Nairobi. Ojwang, noto per il suo attivismo online e il suo profilo molto seguito su X, era stato arrestato in seguito a un post giudicato diffamatorio nei confronti di un ufficiale di polizia. Questo arresto, avvenuto sabato, ha sollevato preoccupazioni non solo per le circostanze della sua detenzione, ma anche per il trattamento riservato ai detenuti in Kenya.
Circostanze della morte
Secondo le autorità, Ojwang sarebbe rimasto ferito alla testa dopo aver colpito un muro della cella. Tuttavia, molti osservatori e attivisti per i diritti umani sollevano dubbi sulla veridicità di questa versione. Amnesty International ha chiesto un’indagine urgente, approfondita e indipendente sulla morte del blogger, sottolineando che le circostanze della sua scomparsa potrebbero indicare una violazione dei diritti umani.
Reazione della comunità
La notizia della morte di Ojwang ha suscitato una forte reazione da parte di colleghi e sostenitori, che vedono in questo evento un chiaro segnale della repressione della libertà di espressione nel Paese. In risposta all’accaduto, il governo ha sospeso due agenti di polizia coinvolti nella detenzione di Ojwang, ma molti si chiedono se questa misura sia sufficiente a garantire giustizia.
Implicazioni per la libertà di espressione
Il blogger, che era anche un critico del governo, si era fatto portavoce di molte problematiche sociali attraverso i suoi post. La sua morte non è solo una perdita per la comunità online, ma rappresenta un campanello d’allarme per la libertà di espressione in Kenya. Negli ultimi anni, il Paese ha visto un aumento delle restrizioni sui media e una crescente intolleranza verso le voci dissenzienti.
Il caso di Ojwang si inserisce in un contesto più ampio di violazioni dei diritti umani in Africa, dove la libertà di stampa e di espressione è spesso minacciata. Con la crescente sorveglianza e repressione, diventa sempre più difficile per i cittadini esprimere liberamente le proprie opinioni senza timore di ritorsioni. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, sperando in un cambiamento che possa garantire il rispetto dei diritti fondamentali in Kenya e oltre.






