Bruxelles, 1 dicembre 2025 – In un contesto di crescente tensione internazionale, la presidente della Commissione europea, Kaja Kallas, ha espresso preoccupazione per le dinamiche che coinvolgono la guerra in Ucraina, sottolineando un significativo squilibrio nelle pressioni esercitate tra le parti coinvolte nel conflitto.
Kaja Kallas denuncia pressioni unilaterali sull’Ucraina
Durante un intervento a Bruxelles, Kallas ha dichiarato con fermezza che “è chiaro che la Russia non è interessata alla pace“ e ha evidenziato come attualmente si stia verificando una situazione in cui viene esercitata “molta pressione sulla vittima, l’Ucraina, ma non vengono richiesti sacrifici alla Russia“. La presidente ha spiegato che Mosca intende negoziare solo con interlocutori disposti a cedere, affermando che questo non dovrebbe essere nell’interesse europeo.
Queste affermazioni arrivano in un momento in cui, nonostante le richieste internazionali, Vladimir Putin continua a procrastinare un eventuale summit bilaterale con Kiev, in virtù delle condizioni preliminari poste dal Cremlino, giudicate inaccettabili da molte capitali europee. Nel frattempo, Kiev e i suoi alleati occidentali hanno fissato il primo settembre come termine per una reale disponibilità russa a negoziare, mentre la Russia ha rafforzato la sua presenza militare nelle aree chiave dell’est ucraino.

Pressioni internazionali su Putin e supporto militare a Kiev
Sullo sfondo di queste tensioni, la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti e l’Unione europea, ha intensificato il sostegno militare all’Ucraina. Recentemente, Washington ha approvato una vendita di 3.350 missili terra-aria a raggio esteso, per un valore di 825 milioni di dollari, destinati a migliorare la capacità difensiva di Kiev contro gli attacchi russi.
Inoltre, il tandem franco-tedesco, con Macron e Merz, ha sollecitato un inasprimento delle sanzioni europee e un ulteriore rafforzamento delle difese aeree ucraine. I leader europei hanno annunciato anche l’apertura di un dialogo strategico sulla deterrenza nucleare, mentre insistono affinché Putin accetti un confronto diretto con Zelensky, condizione che finora non ha trovato accoglienza da parte di Mosca.
Il dibattito sugli asset russi: la posizione di Kaja Kallas
Secondo Kallas, tra le varie opzioni sul tavolo per sostenere l’Ucraina, l’uso degli asset russi congelati rappresenta la migliore soluzione, soprattutto perché altre proposte, come gli eurobond, incontrano forti resistenze da parte di alcuni Stati membri. L’Alto rappresentante ha sottolineato che questa scelta invierebbe un triplice messaggio: a Kiev, per dimostrare piena solidarietà; a Mosca, per ribadire la fermezza europea; e agli USA, per mostrare la capacità dell’Unione di adottare decisioni difficili ma necessarie.
Kallas ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che la pressione internazionale sembri concentrarsi solo sull’Ucraina, il lato più debole del conflitto, mentre la Russia non mostra segnali di volontà di cessate il fuoco, in netto contrasto con i principi sanciti dalle Nazioni Unite che vietano modifiche territoriali con la forza.

Le sfide interne all’UE e il piano B per Kiev
Nonostante l’impegno dell’Ue, il percorso verso una decisione definitiva sull’uso degli asset russi si presenta complesso. Il Belgio, in particolare, manifesta forti riserve per questioni finanziarie, legali e timori di ritorsioni da parte di Mosca, che ha avvertito che un utilizzo delle risorse congelate sarebbe seguito da “effetti per l’eternità”.
Per questo motivo, la Commissione europea è chiamata a elaborare una proposta che includa rassicurazioni giuridiche. Nel frattempo, Bruxelles sta lavorando a un “piano B” – una soluzione ponte che preveda un mini-prestito per sostenere Kiev nel breve termine, in attesa di una decisione definitiva, la cui scadenza è fissata al summit del Consiglio europeo del 18 dicembre.
L’Ue rimane comunque determinata a garantire un sostegno finanziario stabile all’Ucraina per i prossimi anni, un impegno ribadito da più leader europei, tra cui la presidente Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Antonio Costa, che ha sottolineato come la Russia deve prendere atto che l’Ucraina disporrà delle risorse necessarie per la sua difesa.






