Bruxelles, 15 dicembre 2025 – L’Unione europea si prepara a un Consiglio Affari Esteri segnato da decisioni delicate e da un clima di forti pressioni politiche. Al centro del dibattito c’è la strategia per continuare a sostenere l’Ucraina, il futuro della sicurezza europea e il rafforzamento dei legami con Paesi chiave come l’Armenia. Ad anticipare le linee di Bruxelles è stata l’alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, intervenuta all’arrivo alla riunione dei ministri.
Asset russi e sostegno a Kiev: la linea di Kallas
Secondo Kaja Kallas, al momento non esistono soluzioni realistiche alternative alla proposta di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare prestiti a favore dell’Ucraina. L’alto rappresentante ha ricordato come in passato siano state esplorate altre strade, tra cui l’ipotesi degli Eurobond, già avanzata due anni fa, ma mai concretizzata per l’assenza di unanimità tra gli Stati membri. La proposta attuale, ha spiegato, può essere approvata a maggioranza qualificata, non grava direttamente sui contribuenti europei e invia un segnale politico chiaro: chi provoca distruzioni su larga scala deve contribuire ai risarcimenti. Un riferimento diretto anche alla lettera inviata alla Commissione europea da quattro Paesi, tra cui l’Italia, che chiedono di continuare a valutare opzioni diverse, in un contesto definito dalla stessa Kallas come attraversato da “pressioni da più parti”.
Ucraina e Donbass: un rischio che va oltre i confini attuali
Nel suo intervento, Kallas ha ampliato lo sguardo sul conflitto, mettendo in guardia da una lettura limitata degli obiettivi russi. A suo avviso, il Donbass non rappresenta il traguardo finale di Vladimir Putin, ma solo una tappa. Se quella regione dovesse cadere, ha avvertito, l’intera Ucraina rischierebbe di essere travolta, con conseguenze che si estenderebbero anche ad altre aree del continente. Un monito che richiama le lezioni della storia e che rafforza, nelle parole dell’alto rappresentante, la necessità di garanzie di sicurezza concrete per Kiev. In assenza di un ingresso nella Nato, ha sottolineato, non bastano dichiarazioni o accordi formali: servono capacità reali, inclusa una presenza militare credibile, che consenta all’Ucraina di difendersi efficacemente.
Armenia e Unione europea: sicurezza del voto e cooperazione politica
Accanto al dossier ucraino, Kallas ha confermato che l’Armenia ha presentato una richiesta formale di assistenza all’Unione europea per proteggere le elezioni del 2026 da possibili interferenze esterne, sul modello del supporto già fornito alla Moldavia. Il tema sarà affrontato anche nel corso di una colazione di lavoro tra i ministri dei 27 e il loro omologo armeno. Un segnale di rafforzamento dei rapporti tra Bruxelles ed Erevan, ulteriormente evidenziato dalla scelta dell’Armenia come futura sede del vertice della European Political Community. In un quadro geopolitico sempre più instabile, la mossa conferma la volontà dell’Ue di estendere il proprio impegno a tutela dei processi democratici e della sicurezza nella regione.
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