Washington, 26 settembre 2025 – James Comey, ex direttore dell’Fbi, è stato formalmente incriminato da un gran giurì federale. Il procedimento si concentra sulla gestione delle indagini legate al Russiagate, l’inchiesta che tra il 2016 e il 2017 aveva scosso la politica americana mettendo nel mirino Donald Trump e i suoi legami con Mosca.
L’accusa sostiene che Comey abbia violato procedure interne e manipolato informazioni sensibili durante le indagini, danneggiando l’immagine dell’allora presidente e influenzando il dibattito pubblico. Secondo i procuratori, l’ex capo dell’Fbi avrebbe autorizzato passaggi di documenti riservati senza le necessarie cautele.
L’uomo del Russiagate
Comey è stato nominato direttore dell’Fbi da Barack Obama nel 2013. La sua carriera raggiunse l’apice di notorietà con le indagini sulle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016. Quelle stesse indagini lo portarono in rotta di collisione con Trump, che lo licenziò nel maggio 2017. Da allora, l’ex direttore è diventato una figura divisiva: per alcuni simbolo di indipendenza, per altri responsabile di un’operazione politicizzata.
Le accuse attuali
Il rinvio a giudizio riguarda la gestione di dossier classificati e possibili abusi di potere. Le autorità federali non hanno ancora reso pubblico l’intero atto di accusa, ma fonti giudiziarie parlano di capi d’imputazione pesanti, che potrebbero comportare anni di carcere. Gli avvocati di Comey respingono ogni accusa, definendola un tentativo politico di riscrivere la storia del Russiagate.
Reazioni politiche
La notizia ha riacceso la polarizzazione a Washington. I repubblicani hanno accolto l’incriminazione come una conferma delle loro denunce contro l’Fbi, accusata di aver agito come braccio politico contro Trump. Alcuni esponenti vicini all’ex presidente hanno parlato di “giustizia finalmente in azione”.
I democratici, al contrario, difendono l’ex direttore, ricordando che le indagini sul Russiagate avevano portato a diverse incriminazioni di collaboratori di Trump. “Questa incriminazione è un atto intimidatorio che mina la fiducia nelle istituzioni” ha dichiarato un senatore dem.
L’ombra sul futuro politico
Il caso arriva in un momento di forte tensione, con le presidenziali del 2026 ormai vicine. L’incriminazione di una figura così nota rischia di riaprire ferite profonde nel dibattito nazionale. Per Trump e i suoi alleati, la vicenda rappresenta l’occasione per rafforzare la narrativa della persecuzione politica subita. Per l’opposizione, è un segnale pericoloso di strumentalizzazione della giustizia.
I prossimi passi
Il processo potrebbe aprirsi nei prossimi mesi. Comey dovrà comparire davanti al tribunale federale di Washington per rispondere alle accuse. Il suo team legale punta a dimostrare che le decisioni prese durante il Russiagate rientravano nelle prerogative del direttore dell’Fbi.
La vicenda mette di nuovo l’agenzia investigativa al centro della scena politica americana. E mostra come le ferite del 2016 non siano mai state davvero rimarginate.






