Il Cairo, 12 giugno 2025 – Numerosi cittadini italiani che desideravano prendere parte alla marcia internazionale per Gaza, in programma dal 13 al 20 giugno, sono stati bloccati all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane. La situazione è stata resa nota da fonti del movimento Global March to Gaza Italia, che denunciano le difficoltà riscontrate dai partecipanti italiani appena giunti in Egitto.
Blocco all’aeroporto del Cairo e difficoltà organizzative
Secondo quanto riferito dal movimento, gli italiani all’arrivo vengono trattenuti e costretti a firmare documenti, mentre alcuni sono già stati rimandati in patria e altri hanno scelto di restare in attesa di sviluppi. Questa condizione contrasta con le informazioni precedenti fornite dagli organizzatori, che non hanno avuto notizia di una dichiarazione ufficiale del governo egiziano che dichiari la marcia illegale.
Il movimento lamenta inoltre che l’ambasciata italiana in Egitto non abbia consentito l’invio alla Farnesina di una lista completa dei partecipanti italiani, complicando così la gestione e l’assistenza dei connazionali coinvolti.
La Global March to Gaza: obiettivi e partecipazione
La Global March to Gaza, organizzata da 32 delegazioni internazionali, è una mobilitazione pacifica che mira a rompere il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza, consentendo l’ingresso di aiuti umanitari cruciali per la popolazione locale. La marcia partirà dal Cairo e si muoverà verso il valico di Rafah, unico passaggio tra l’Egitto e Gaza, che è da mesi sotto controllo israeliano con restrizioni severe al transito degli aiuti.
La delegazione italiana, composta da circa 150 persone tra reporter, medici, avvocati, attivisti e rappresentanti di varie associazioni, si è organizzata tramite canali ufficiali, con la portavoce nazionale Antonietta Chiodo che coordina le comunicazioni. La partecipazione richiede il possesso del visto egiziano, il biglietto di ritorno e il rispetto delle normative locali, tra cui un’età minima di 21 anni.
Nonostante l’incertezza sulle autorizzazioni ufficiali e i rischi di trattenimenti o interrogatori da parte delle autorità egiziane, gli organizzatori ribadiscono la propria determinazione a proseguire con l’iniziativa, sottolineando che si tratta di un diritto fondamentale di manifestare pacificamente a sostegno della popolazione palestinese. Un team legale è già pronto a intervenire per garantire assistenza ai partecipanti, qualora necessario.






