Tel Aviv, 25 settembre 2025 – In risposta alla recente ondata di riconoscimenti internazionali dello Stato Palestinese, Israele sta valutando l’imposizione di restrizioni alla libertà di movimento dei massimi funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). La notizia, rilanciata dall’agenzia turca Anadolu e diffusa da Israeli Army Radio, segnala un possibile irrigidimento delle misure di sicurezza e controllo nei confronti dei leader palestinesi.
Restrizioni ai leader Anp: limiti e sanzioni personali
Le autorità israeliane, su consiglio di alti funzionari della sicurezza, stanno considerando di imporre sanzioni personali a figure di spicco dell’Anp, tra cui il Presidente Mahmūd Abbās, noto anche come Abu Mazen, il suo vice Hussein al-Sheikh e altri dirigenti. Le misure prevederebbero un forte limite alla libertà di movimento in Cisgiordania e lungo il ponte Allenby/Re Hussein, fondamentale passaggio tra la Giordania e il territorio palestinese. Attualmente, i funzionari dell’Anp si spostano in convogli protetti dal servizio di sicurezza israeliano Shin Bet, ma con le nuove restrizioni potrebbero essere confinati prevalentemente a Ramallah o vedere drasticamente ridotta la loro mobilità.
L’emittente israeliana ha inoltre riferito che l’apparato di difesa sta valutando misure economiche rivolte a influenzare gli interessi finanziari e le reti commerciali dei leader palestinesi, segnando un possibile inasprimento delle pressioni politiche ed economiche da parte di Israele.
Contesto politico e diplomatico: il discorso di Abu Mazen all’ONU
Il giorno in cui emergono queste notizie coincide con la preparazione del presidente palestinese Abu Mazen al suo intervento in videocollegamento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’assenza fisica è dovuta al rifiuto degli Stati Uniti di concedergli il visto d’ingresso, un ulteriore segnale delle tensioni tra le parti. Mahmūd Abbās, che guida l’Anp dal 2005 e mantiene un ruolo centrale nella politica palestinese e negli sforzi di dialogo, si trova ora a dover affrontare crescenti limitazioni imposte da Israele proprio nel momento in cui la comunità internazionale mostra maggior attenzione alla questione palestinese.
Le decisioni di Israele arrivano in un quadro di forte instabilità regionale, caratterizzato da tensioni continue in Cisgiordania e dalla delicata situazione nella Striscia di Gaza, dove si susseguono appelli per un cessate il fuoco e per una soluzione di due Stati riconosciuta a livello globale.






