Nella notte, Israele ha ucciso Ali Shadmani, un capo militare molto vicino al presidente iraniano Khamenei
Nella notte, l’IDF ha condotto un raid mirato a Teheran che ha portato all’eliminazione di Ali Shadmani, comandante del quartier generale militare di Khatam al-Anbiya. Shadmani aveva assunto il comando solo la settimana precedente, in seguito all’uccisione del suo predecessore, il tenente generale Gholamali Rashid, anch’egli vittima degli attacchi israeliani L’operazione rientra nella più ampia offensiva israeliana denominata “Leone Nascente”, che ha visto un attacco su vasta scala contro obiettivi militari e nucleari iraniani.
Un colpo di precisione contro i vertici militari iraniani
Secondo il comunicato ufficiale pubblicato dall’IDF su Telegram, l’eliminazione di Shadmani rappresenta un duro colpo alla catena di comando militare della Repubblica Islamica, poiché si tratta del “Capo di Stato Maggiore in tempo di guerra, il comandante militare di grado più alto e figura più vicina alla Guida Suprema iraniana Ali Khamenei”. Il raid aereo, condotto dall’Aeronautica militare israeliana (Iaf), ha colpito un centro di comando strategico nel cuore di Teheran, danneggiando infrastrutture chiave utilizzate per la gestione delle operazioni di combattimento e per l’approvazione dei piani di fuoco iraniani diretti contro Israele.
La crisi senza precedenti per il regime di Khamenei
L’attacco israeliano ha fatto precipitare una crisi profonda all’interno dell’apparato militare iraniano, con la Guida Suprema Ali Khamenei costretta a nominare in fretta nuovi leader per sostituire almeno venti comandanti eliminati, inclusi alti ufficiali come Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, e Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore dell’esercito iraniano. La rapida successione di perdite ha devastato la leadership della Repubblica Islamica, lasciando Khamenei in una condizione di isolamento e vulnerabilità senza precedenti.
Fonti vicine al regime descrivono una situazione di profonda paranoia tra i vertici iraniani, preoccupati da una possibile continuazione della campagna israeliana di “decapitazione” dei leader militari e politici di Teheran. Nel frattempo, la risposta ufficiale iraniana si concentra sulla nomina di nuovi comandanti, tra cui proprio Shadmani nel ruolo di comandante del quartier generale Khatam al-Anbiya, incarico strategico nel programma missilistico e militare della Repubblica Islamica.