Durante un breve intervento ripreso sull’Air Force One e pubblicato da Al Arabiya sulla piattaforma X, Donald Trump ha commentato la sua battuta rivolta al presidente israeliano Isaak Herzog durante il discorso alla Knesset, il parlamento israeliano. Trump ha ammesso di non aver inizialmente voluto sollevare la questione della grazia per il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ma ha sottolineato che “l’occasione era perfetta” per farlo.
Il contesto della battuta di Trump alla Knesset su Netanyahu
Nel suo discorso alla Knesset, Trump ha ironicamente suggerito al presidente Herzog di concedere la grazia a Netanyahu, attualmente sotto processo per accuse di corruzione. Questa battuta ha attirato l’attenzione internazionale, data la delicatezza della posizione politica del primo ministro israeliano, che dal dicembre 2022 guida il governo per la seconda volta consecutiva.
Netanyahu, leader del partito conservatore Likud, è sotto scrutinio giudiziario per diversi procedimenti legati a corruzione, un tema che continua a dividere l’opinione pubblica israeliana. La proposta di grazia, anche se formulata in modo scherzoso da Trump, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di un intervento presidenziale in Israele, un paese in cui la grazia presidenziale ha un ruolo istituzionale molto circoscritto.
Trump e il Medio Oriente: tra pace e politica interna israeliana
Il commento di Trump arriva in un momento di grande fermento diplomatico in Medio Oriente. Solo pochi giorni fa, il presidente degli Stati Uniti ha partecipato al vertice di pace a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dove è stato firmato un accordo storico per il cessate il fuoco a Gaza, evento definito da Trump stesso come “un giorno incredibile per il Medio Oriente”. Durante il summit, Trump ha lodato la premier italiana Giorgia Meloni e i leader regionali per le loro iniziative di pace, sottolineando l’importanza di un futuro stabile e prospero per la regione.
La battuta sulla grazia a Netanyahu quindi si inserisce in un quadro politico complesso, dove la leadership israeliana è al centro di tensioni interne e dinamiche diplomatiche di portata globale. Trump, tornato alla Casa Bianca nel 2025, mantiene un ruolo influente nel dialogo internazionale, alternando momenti di ironia a messaggi di peso politico.






