Javier Milei, presidente dell’Argentina, ha ricevuto il prestigioso Premio Genesis 2025, conosciuto come il “Premio Nobel del mondo ebraico”. Per la prima volta nella storia, questo riconoscimento è stato assegnato a una persona non ebrea. La cerimonia si è tenuta presso il Museo della Tolleranza di Tel Aviv, alla presenza del presidente israeliano Isaac Herzog
Un riconoscimento storico per Milei
Durante la cerimonia, Milei ha commentato: “Anche se sono stato nominato come il primo non ebreo a ricevere questo onore, parafrasando Borges, ogni persona occidentale è, in sostanza, greca ed ebrea“. Il premio, che ammonta a un milione di dollari, sarà interamente devoluto alle organizzazioni impegnate nella lotta contro l’antisemitismo a livello globale, sottolineando l’impegno di Milei verso questa causa.
Il presidente argentino, noto per la sua politica ultraliberale e per il suo insediamento alla guida del Paese il 10 dicembre 2023, sta inoltre conducendo una tournée internazionale che lo ha portato in Europa e in Israele. Tra gli impegni più rilevanti, il presidente Milei ha incontrato il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente Herzog, con cui ha firmato un memorandum di intesa sulla democrazia e la libertà. La visita ha previsto anche momenti simbolici come la visita al Muro del Pianto e l’inaugurazione di un monolite in omaggio alle persone sequestrate da Hamas.
Le relazioni Argentina-Israele nel segno della cooperazione
Il premio Genesis rappresenta un ulteriore passo nel consolidamento delle relazioni tra Argentina e Israele, già rafforzate dalla recente collaborazione tra la compagnia energetica argentina YPF e l’italiana Eni, siglata durante la visita di Milei in Italia. La presenza del capo di Stato argentino a Tel Aviv e l’incontro con Herzog confermano la volontà di entrambi i Paesi di approfondire la cooperazione nei settori della democrazia, della libertà e della lotta contro l’antisemitismo.
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, figura di rilievo della politica ebraica internazionale, ha sottolineato l’importanza della cerimonia come segno di apertura e dialogo interculturale, mentre l’Italia, attraverso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ribadito il proprio impegno nel sostenere la stabilizzazione e la pace in Medio Oriente, in continuità con le iniziative umanitarie e diplomatiche in corso.






