Gerusalemme, 14 giugno 2025 – L’esercito israeliano ha reso noto di aver effettuato attacchi contro decine di lanciamissili terra-terra in Iran, a seguito di una serie di operazioni militari notturne che hanno preso di mira le difese aeree nella zona di Teheran. Queste azioni rappresentano parte di una campagna di raid aerei e attacchi con artiglieria nella regione, con l’obiettivo di colpire infrastrutture militari specifiche.
Operazioni israeliane in Iran e Libano
L’Aeronautica israeliana ha confermato di continuare a colpire con precisione i lanciamissili in territorio iraniano, secondo quanto riportato dall’IDF (Israel Defense Forces). Nel contempo, dopo 18 anni dalla guerra del 2006, le truppe israeliane hanno attraversato nuovamente il confine con il Libano, attivando un’operazione “limitata” nel Sud del Libano, focalizzata sullo smantellamento delle postazioni di Hezbollah. I primi incursori, supportati dall’aviazione, hanno iniziato a muoversi intorno alle 21 ora locale, con spari e bombardamenti di artiglieria che hanno interessato la linea di confine.
Il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, ha esortato la popolazione israeliana a non diffondere informazioni non ufficiali sui movimenti delle truppe per non compromettere la sicurezza delle operazioni. La fase successiva dell’operazione in Libano, approvata dal gabinetto di sicurezza israeliano, prevede un coinvolgimento più diretto delle forze di terra.
Intensificazione dei raid e risposta internazionale
I raid aerei israeliani si sono intensificati anche nel sud del Libano, con bombardamenti su località come Adaisse, Qasimiye e Marjayoun. I residenti della zona riferiscono di esplosioni e attività militare, mentre le forze di pace dell’Unifil hanno dichiarato l’impossibilità di effettuare pattugliamenti a causa dell’intensità degli scontri tra Israele e Hezbollah.
Sul fronte diplomatico, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto all’ONU di autorizzare l’uso della forza per fermare gli attacchi israeliani in Libano e Gaza, auspicando l’unità dei Paesi musulmani in sostegno ai popoli coinvolti. L’escalation militare ha portato anche all’invito del governo italiano ai cittadini italiani presenti in Libano a lasciare il Paese attraverso voli commerciali, considerata la complessità della situazione e i rischi per la sicurezza nelle aree più coinvolte dal conflitto.






