In un contesto di crescente tensione internazionale, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha denunciato un tentativo di isolamento e assedio politico ed economico nei confronti di Israele, proveniente da alcuni Paesi europei, dal Qatar e dalla Cina. L’intervento è avvenuto durante l’evento “Cinquanta Stati – Un solo Israele” a Tel Aviv, dove Netanyahu ha sottolineato come, nonostante queste pressioni, gli Stati Uniti e altri alleati rimangano al fianco di Israele.
L’assedio mediatico e finanziario contro Israele: le parole di Netanyahu
Netanyahu ha paragonato la situazione attuale alla pressione esercitata in passato dall’Iran, evidenziando che oggi “c’è un assedio mediatico e finanziario, guidato principalmente dal Qatar e sostenuto da altri Paesi come la Cina, che operano sia in Occidente sia negli Stati Uniti”. Il premier ha annunciato che Israele investirà “grandi somme e risorse” per contrastare questa campagna di isolamento. Ha inoltre spiegato che, mentre non si può parlare di un isolamento globale, esiste un problema localizzato in Europa occidentale, dove le tensioni interne, soprattutto legate alle minoranze musulmane, hanno portato a restrizioni e al blocco di forniture di armi nei confronti di Israele.
La risposta di Israele: rafforzare l’industria bellica nazionale
Di fronte a questo scenario, Netanyahu ha evidenziato la necessità di rafforzare le industrie belliche israeliane per garantire “l’indipendenza negli armamenti”. Il premier ha definito Israele come una “super Sparta” pronta a fronteggiare questa nuova realtà economica e politica, che richiede un adattamento a un’economia con caratteristiche più autarchiche. Nel suo discorso, ha ribadito che, così come Israele ha superato assedi militari in passato, supererà anche quello diplomatico attuale.
Sul fronte internazionale, la situazione rimane tesa: nel Libano meridionale, un drone israeliano ha colpito un’auto provocando almeno una vittima, mentre in Europa, come in Spagna, si registrano iniziative quali l’annullamento di un contratto da 700 milioni di euro per l’acquisto di lanciarazzi di progettazione israeliana. Parallelamente, il vertice arabo-islamico di Doha, convocato dopo il raid israeliano contro Hamas nel Qatar, ha visto una forte condanna verso Israele e il rischio di compromettere gli Accordi di Abramo per la normalizzazione dei rapporti nella regione.






