Il premier israeliano: “Senza l’aiuto di Teheran, gli Houthi non sono in grado di attaccare”
Tel Aviv, 6 maggio – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che chi attacca Israele lo fa “a proprio rischio e pericolo”. Dopo l’attacco degli Houthi, Israele ha colpito il porto di Hodeida e successivamente l’aeroporto di Sanaa, accusandoli di supportare operazioni terroristiche. Netanyahu ha sottolineato la responsabilità dell’Iran nel sostenere gli Houthi e ha promesso che “regoleremo i conti con chiunque attacchi lo Stato di Israele”.
Il recente intervento del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha messo in luce la determinazione di Israele a rispondere alle minacce esterne, in particolare quelle provenienti dall’Iran e dai suoi alleati regionali come gli Houthi. Con affermazioni forti come “Chi attacca Israele lo fa a proprio rischio e pericolo”, Netanyahu ha delineato un quadro chiaro delle intenzioni del governo di Tel Aviv di proteggere la sicurezza nazionale.
Operazioni militari mirate
Netanyahu ha precisato che le recenti operazioni militari hanno mirato a obiettivi strategici, tra cui il porto di Hodeida e l’aeroporto di Sanaa, fondamentali per le operazioni logistiche degli Houthi. “Questi attacchi non rappresentano semplicemente una risposta simbolica, ma un intervento mirato e deciso”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza di neutralizzare le capacità militari nemiche. L’aeroporto di Sanaa è considerato un nodo cruciale per il rifornimento di armi e supporto logistico, facilitato dall’Iran.
Decisioni strategiche
In un contesto più ampio, Netanyahu ha chiarito che la decisione su come e quando rispondere a queste provocazioni è frutto di una valutazione strategica continua. “Ogni attacco viene analizzato con attenzione, e le nostre reazioni sono calibrate per massimizzare l’efficacia e minimizzare i rischi per il nostro Stato”, ha affermato. Questa dichiarazione si inserisce in un discorso più ampio sulla sicurezza nazionale di Israele, in cui l’Iran è visto come il principale sponsor del terrorismo nella regione.
Politica estera assertiva
Il premier ha anche richiamato le recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, ribadendo che Israele non esiterà a “regolare i conti” con chiunque minacci la sua sicurezza. Questo approccio diretto e assertivo di Netanyahu riflette una politica estera israeliana sempre più attiva e interventista, mirata a dissuadere le potenze regionali dal compiere azioni ostili e a garantire la sicurezza dei cittadini israeliani.
Le tensioni in Medio Oriente, alimentate da conflitti irrisolti e ambizioni geopolitiche, pongono sfide significative per Israele. Il Paese si trova a dover affrontare non solo l’ostilità degli Houthi, ma anche le complesse dinamiche delle relazioni con l’Iran, un attore chiave nel panorama bellico della regione.






