Tel Aviv, 18 settembre 2025 – Un missile balistico lanciato dallo Yemen ha colpito l’area interna al perimetro dell’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, provocando la chiusura immediata dello scalo e la sospensione di tutti i voli in entrata e in uscita. L’attacco, rivendicato dai ribelli Houthi, ha causato sei feriti e un’immediata mobilitazione delle autorità israeliane.
Attacco missilistico su Tel Aviv e risposta israeliana
L’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha confermato che il missile è stato lanciato dallo Yemen, con il sistema di difesa – composto dai sistemi Arrow 3 e Thaad – che è riuscito a intercettarlo, evitando di far schiantare il missile all’interno dell’aeroporto Ben Gurion. Il portavoce militare degli Houthi ha inoltre avvertito le compagnie aeree internazionali di non volare verso gli aeroporti israeliani, definendo il Ben Gurion “non sicuro”.
L’aeroporto Ben Gurion è stato temporaneamente riaperto per pochi minuti, ma la situazione di sicurezza ha imposto la nuova chiusura e la sospensione del traffico ferroviario nelle linee che collegano lo scalo a Gerusalemme e Modin. La polizia ha invitato la popolazione a non avvicinarsi alla zona.
Attacco al valico di Allenby: dettagli e conseguenze
Parallelamente all’attacco Houthi sopra ai cieli di Tel Aviv, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha rilasciato un’intervista a Channel 14 in cui ha confermato che le due vittime israeliane dell’attacco al valico di Allenby, avvenuto al confine tra Israele e Giordania, erano soldati. L’attacco, condotto da un uomo giordano, ha causato anche la morte dell’aggressore, ucciso dalle forze di sicurezza israeliane.
Secondo quanto ricostruito, l’attentatore, identificato come Maher Dhiab Hussein al Jazi, un operatore umanitario giordano regolarmente autorizzato a transitare con camion di aiuti verso Gaza, ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza al valico, provocando la morte di due soldati israeliani. Le autorità israeliane hanno immediatamente chiuso il valico e sospeso l’ingresso degli aiuti umanitari dalla Giordania, in attesa di un’inchiesta approfondita e della definizione di nuove procedure di controllo. Il portavoce del governo giordano ha dichiarato che le autorità stanno monitorando attentamente la situazione.
Netanyahu ha commentato l’accaduto sottolineando il prezzo pagato: “Il prezzo è duro, ma questi eroi cadono affinché lo Stato continui a vivere“. L’attacco si inserisce in un contesto di crescente tensione nella regione, dove nelle ultime ore si sono verificati diversi episodi di violenza e allarmi di sicurezza, tra cui l’esplosione di un ordigno a Rafah che ha causato la morte di quattro soldati e l’intercettazione di un drone nel sud di Israele.






