Il ministro della Difesa di Israele, Israel Katz, ha condannato le azioni iraniane promettendo una risposta militare decisa
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato una significativa intensificazione degli attacchi contro l’Iran, rivolgendosi direttamente al regime di Teheran guidato dalla Guida Suprema Ali Khamenei. La decisione, presa in stretto coordinamento con il premier Benjamin Netanyahu, punta a colpire obiettivi strategici e governativi iraniani per eliminare le minacce percepite e indebolire il governo degli ayatollah.
Katz accusa Khamenei di crimini di guerra
In un messaggio pubblicato su X, il ministro Katz ha definito il leader iraniano “codardo dittatore”, accusandolo di nascondersi in bunker fortificati mentre ordina attacchi contro ospedali ed edifici residenziali in Israele. Tali azioni sono state descritte come “crimini di guerra della più grave specie”, con la promessa che Khamenei sarà ritenuto personalmente responsabile. Questa retorica accende ulteriormente le tensioni tra i due Paesi, già da tempo in conflitto per questioni di sicurezza regionale e nucleare.
Il contesto geopolitico e il ruolo di Israel Katz
Israel Katz, politico di lungo corso e membro del partito Likud, ha assunto la carica di ministro della Difesa a novembre 2024. La sua carriera include importanti ruoli governativi, tra cui ministro degli Esteri e delle Finanze. Nato ad Ashqelon nel 1955, Katz ha un passato militare nelle Forze di Difesa israeliane (IDF) e una formazione accademica presso l’Università Ebraica di Gerusalemme.
L’Iran, ufficialmente Repubblica Islamica dell’Iran, con capitale Teheran, è guidato dalla Guida Suprema Ali Khamenei e conta circa 92 milioni di abitanti. Il Paese ha una storia millenaria e una posizione strategica di rilievo nel Medio Oriente, ma è anche al centro di numerose controversie internazionali legate al programma nucleare e al sostegno a gruppi armati nella regione.
L’attuale escalation militare annunciata da Katz sottolinea il clima di crescente tensione tra Israele e Iran, con possibili ripercussioni sulla stabilità geopolitica dell’intero Medio Oriente.






