Roma, 27 dicembre 2025 – L’esercito israeliano ha lanciato una vasta operazione militare nel villaggio di Qabatiya, in Cisgiordania, luogo di origine dell’attentatore responsabile dell’attacco terroristico avvenuto ieri nel nord di Israele, che ha causato la morte di due civili. L’azione dell’Idf (Forze di Difesa Israeliane) ha portato al totale lockdown del villaggio e all’istituzione di un cordone di sicurezza attorno all’insediamento, come confermato dal ministro della Difesa israeliano, Yoav Katz, tramite un post su X.
Katz, operazione antiterrorismo a Qabatiya e arresti mirati
L’attentatore, autore di un duplice attacco che ha visto una ragazza accoltellata e un uomo investito con un veicolo, è stato identificato come proveniente da Qabatiya, villaggio ora circondato dalle truppe israeliane per prevenire ulteriori azioni violente. Katz ha sottolineato che questa misura fa parte di una più ampia politica offensiva contro il terrorismo palestinese nella regione della Samaria settentrionale e in tutta la Giudea e Samaria, ribadendo che chiunque sostenga o sponsorizzi il terrorismo ne subirà le conseguenze.
Inoltre, i media israeliani hanno riportato l’arresto di due fratelli dell’attentatore, nell’ambito di una serie di arresti mirati volti a smantellare le reti terroristiche locali.
Contesto regionale e tensioni in Cisgiordania
L’operazione di Qabatiya si inserisce in un quadro complesso di crescenti tensioni in Cisgiordania, dove dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas dell’ottobre 2023 si sono intensificati gli scontri tra le forze israeliane e gruppi armati palestinesi. Solo negli ultimi due anni, secondo le fonti ufficiali, oltre mille palestinesi sono stati uccisi in operazioni israeliane, mentre gli attacchi palestinesi hanno provocato decine di vittime israeliane.
Parallelamente, l’Onu e vari organismi internazionali hanno denunciato ripetute violazioni del diritto internazionale e condizioni drammatiche per i civili palestinesi, soprattutto nelle aree di Jenin e Tulkarem, teatro di recenti azioni militari israeliane con coprifuoco, perquisizioni e posti di blocco. Il conflitto continua ad alimentare una spirale di violenza con ripercussioni umanitarie e politiche che coinvolgono anche la comunità internazionale.






