Londra, 18 giugno 2025 – Il governo britannico ha disposto l’evacuazione temporanea delle famiglie dei diplomatici in servizio in Israele, in particolare quelle assegnate all’ambasciata di Tel Aviv e al consolato generale di Gerusalemme, accreditato presso l’Autorità nazionale palestinese. La misura, adottata dal Foreign Office per ragioni di sicurezza, riguarda esclusivamente i familiari del personale diplomatico e amministrativo, mentre lo staff operativo rimane nel paese per garantire la continuità delle attività diplomatiche e consolari.
Motivazioni e contesto dell’evacuazione da Israele
La decisione di Londra arriva in un momento di escalation militare nella regione mediorientale, con particolare riferimento ai recenti scontri tra Israele e forze legate all’Iran. Il governo laburista guidato da Keir Starmer ha già invitato nei giorni scorsi i cittadini britannici a evitare viaggi in Israele e Iran, e ha sollecitato coloro che si trovano in loco a registrarsi presso un portale governativo per agevolare eventuali azioni di protezione e assistenza.
In Parlamento, durante il Question Time, la vicepremier Angela Rayner ha ribadito l’impegno del governo britannico nel sostenere un approccio diplomatico volto a impedire che l’Iran si doti di armi nucleari, confermando tuttavia la necessità di mantenere una posizione ferma sul dossier mediorientale, senza però entrare nel merito di un possibile coinvolgimento militare diretto al fianco di Israele.
Relazioni con gli alleati e situazione regionale
Parallelamente, gli Stati Uniti hanno ribadito il sostegno a Israele nelle sue operazioni di difesa, definendo gli attacchi contro infrastrutture militari di Hezbollah nel sud del Libano come azioni mirate e limitate. Il Pentagono ha confermato un dialogo costante con Israele per monitorare l’evoluzione della situazione, sottolineando che una soluzione diplomatica rimane la via privilegiata per garantire stabilità e sicurezza nella regione.
Nel frattempo, il Regno Unito ha organizzato un volo di evacuazione da Beirut per i propri cittadini vulnerabili presenti in Libano, a fronte dell’intensificarsi degli scontri nella zona. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto hanno espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando la priorità della protezione dei civili e del contingente Unifil presente nel sud del Libano.






