È di grande rilievo la vicenda legata al quarto corpo restituito da Hamas a Israele nella serata di ieri, identificato come appartenente a un palestinese della Cisgiordania, presumibilmente utilizzato dall’esercito israeliano come scudo umano nella Striscia di Gaza. La ricostruzione è stata riportata dal Times of Israel, che ha analizzato nel dettaglio la complessità di questo caso.
Nelle ore successive, l’esercito israeliano ha annunciato che Hamas ha consegnato altri due corpi alla Croce Rossa, portando il totale a nove. A Gaza ne restano ancora 19, il che significa che al momento Hamas non è riuscita a trovare quasi due terzi degli ostaggi morti.
Israele-Hamas: il quarto corpo consegnato usato come scudo umano dall’IDF
Israele ha ufficialmente dichiarato che il corpo restituito non apparteneva ad alcun ostaggio israeliano. Tuttavia, secondo una fonte citata da Al Jazeera, Hamas ha consegnato un corpo che sarebbe quello di un presunto soldato israeliano catturato a Jabalia, nel nord di Gaza, nel maggio 2024. In quell’occasione, l’esercito israeliano aveva respinto immediatamente l’ipotesi di un rapimento, affermando che “non si è verificato alcun rapimento di un soldato”.
Il gruppo palestinese aveva diffuso un video che mostrava una persona insanguinata trascinata in un tunnel, insieme a immagini di equipaggiamenti militari e mitragliatrici non comunemente usate dall’esercito israeliano. Successivamente, Hamas ha pubblicato anche una foto del volto dell’uomo, senza però citarne il nome. I media palestinesi hanno identificato l’individuo come Khalil Dawas, palestinese del campo profughi di Aqabat Jabr, in Cisgiordania, noto per essere stato arrestato in passato da Israele.
Prassi e controversie sull’uso di civili durante le operazioni militari
Nel contesto della guerra in corso nella Striscia di Gaza, il Times of Israel sottolinea che è diventata una prassi, seppure ufficialmente proibita, quella di far avanzare i palestinesi detenuti per perquisire edifici e tunnel prima dell’ingresso delle truppe israeliane, mettendo a rischio la loro vita. Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno ribadito di vietare severamente l’uso di civili come scudi umani e hanno avviato indagini su diversi casi analoghi.
Questa vicenda si inserisce in un contesto di tensione e conflitto protratto, dove la tutela della vita civile e il rispetto delle normative internazionali rappresentano temi di cruciale importanza, oggetto di indagini e controversie.






