Roma, 24 giugno 2025 – La situazione sul fronte del cessate il fuoco tra Israele e Hamas rimane avvolta da una profonda incertezza, come sottolineato dall’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Dan Shapiro, in un post pubblicato su X (ex Twitter). La confusione riguarda la durata e le modalità dell’interruzione delle ostilità, alimentata da episodi violenti avvenuti anche dopo l’annuncio di una possibile tregua, come le morti a Be’er Sheva e un bombardamento attribuito all’Iran.
L’ambiguità sul cessate il fuoco annunciato da Trump
Shapiro ha evidenziato la mancanza di chiarezza circa il messaggio lanciato dal presidente statunitense Donald Trump, che aveva indicato un periodo di ulteriori 12 ore per Israele per condurre operazioni militari, lasciando perplessi anche ex funzionari statunitensi. Il quotidiano britannico The Guardian ha commentato come questa incertezza rifletta un quadro complesso e difficile da interpretare, accentuato dai recenti sviluppi sul terreno.
L’Idf: “Ora è possibile lasciare i rifugi”
L’esercito israeliano ha comunicato la revoca dell’obbligo per la popolazione di rimanere nei pressi delle aree protette, misura adottata in seguito agli attacchi missilistici lanciati dall’Iran che hanno causato la morte di quattro persone nel sud del Paese.
In una nota ufficiale diffusa alla stampa, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato: “A seguito di una valutazione della situazione, il Comando del Fronte Interno ha annunciato che l’obbligo di rimanere nelle vicinanze di zone protette in tutto il Paese è stato revocato”.
L’annuncio è giunto poco dopo la dichiarazione del presidente statunitense Donald Trump, che ha reso noto il raggiungimento di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, volto a interrompere le ostilità in corso e a ridurre la tensione nella regione.






