Roma, 7 ottobre 2025 – L’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede ha espresso una netta critica all’ultima intervista rilasciata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, definendola un rischio per gli sforzi di pace in Medio Oriente. Il confronto si inserisce nel contesto del secondo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha segnato un’escalation drammatica nel conflitto israelo-palestinese, con un bilancio di migliaia di vittime civili e militari.
L’Ambasciata d’Israele contro Parolin
L’ambasciata israeliana ha sottolineato come l’intervista del cardinale Parolin, sebbene “benintenzionata”, presenti una problematica applicazione di un’equivalenza morale tra Israele e Hamas. Nel testo critico si evidenzia come non sia corretto paragonare uno Stato democratico che difende i propri cittadini a un’organizzazione terroristica che mira a ucciderli. L’ambasciata ha inoltre rimarcato l’assenza, nell’intervista, di un richiamo esplicito al rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi e di cessare le ostilità, elementi fondamentali per qualsiasi soluzione duratura e pacifica.

La diplomazia israeliana ha espresso la speranza che in future dichiarazioni venga meglio rispettata questa distinzione cruciale, soprattutto in un momento in cui la Striscia di Gaza continua a essere teatro di un conflitto devastante con oltre 65.000 palestinesi morti, secondo le stime aggiornate, in gran parte civili, e più di 19.000 bambini tra le vittime.
Le parole di Parolin: richiamo alla ragione e alla proporzionalità
Nel suo intervento, il cardinale Parolin ha definito la situazione a Gaza “grave e tragica”, denunciando la “carneficina” quotidiana che colpisce in particolare i civili e i bambini, costretti a vivere in condizioni di estrema miseria e fame. Ha ribadito l’importanza di abbandonare la logica dell’odio e della vendetta, auspicando il rispetto del principio di proporzionalità nella legittima difesa, sottolineando come la violenza non possa mai essere la soluzione.
Il porporato ha anche evidenziato la necessità di sostenere qualsiasi piano che coinvolga il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro, facendo riferimento al recente piano per Gaza promosso dagli Stati Uniti, senza tralasciare il rilascio degli ostaggi come passo imprescindibile.
La risposta di Papa Leone: conferma della posizione vaticana
In seguito alle critiche israeliane, Papa Leone ha preferito non entrare nel merito delle polemiche, ma ha confermato che le parole di Parolin rispecchiano “molto bene l’opinione della Santa Sede”. Uscendo da Villa Barberini a Castel Gandolfo, il Pontefice ha rimarcato la coerenza del cardinale con la linea diplomatica e pastorale della Chiesa, impegnata nel promuovere la pace e la giustizia in Medio Oriente.
Le tensioni tra Israele e la Santa Sede riflettono dunque un momento delicato, in cui la diplomazia internazionale cerca di conciliare esigenze di sicurezza, diritti umani e prospettive di riconciliazione, in un contesto segnato da continue violenze e da un crescente antisemitismo a livello globale.






