Il valico di Rafah, unico punto di passaggio tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, resterà chiuso oggi e domani a causa di decisioni prese dalle autorità israeliane che hanno annunciato anche una riduzione nel flusso di aiuti verso l’enclave palestinese. La misura è motivata dal mancato rilascio da parte di Hamas dei corpi di tutti gli ostaggi deceduti, secondo quanto riportato dal Time of Israel.
La chiusura del valico di Rafah e le sue motivazioni
Il valico di Rafah, situato nella città omonima a sud della Striscia di Gaza, rappresenta un punto cruciale per i rifornimenti e il passaggio di persone tra Gaza e l’Egitto.
Le autorità israeliane hanno specificato che la decisione è stata presa perché Hamas non ha consegnato i corpi di tutti gli ostaggi morti detenuti nel territorio di Gaza. Questo elemento è parte integrante dell’accordo di pace firmato ieri a Sharm El-Sheikh da Donald Trump, e accettato da Israele e dalla stessa organizzazione islamista.
Importanza strategica di Rafah e impatti umanitari
La riduzione del flusso di aiuti, insieme alla chiusura temporanea del valico, aggrava ulteriormente la crisi umanitaria nella Striscia, già colpita da un conflitto prolungato e da un blocco economico. Nonostante l’accordo di pace e il cessate il fuoco in vigore a Gaza, i palestinesi soffrono ancora per la carestia causata da due anni di bombardamenti israeliani. Le persone che hanno fatto ritorno alle loro città hanno riferito che “on è rimasto più nulla” delle loro vecchie abitazioni; molti si trovano senza una casa e senza mezzi di sostentamento.
Anche se i bombardamenti sono cessati, il blocco del valico di Rafah aggrava ancora la situazione dei palestinesi, che si devono affidare ai centri della Gaza Humanitarian Foundation e al mercato nero.






