Tel Aviv, 2 settembre 2025 – Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, noto esponente di estrema destra e leader del partito Otzma Yehudit, ha duramente criticato la recente decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite. La presa di posizione del ministro arriva in un momento di forte tensione nel conflitto israelo-palestinese e segna un ulteriore punto di frizione tra Israele e diversi Paesi europei.
La dura condanna di Ben-Gvir contro il Belgio e l’Europa
In una dichiarazione rilasciata a Tel Aviv, Ben-Gvir ha accusato i Paesi europei di “abbandonarsi all’ingenuità” e di cedere alle “manipolazioni di Hamas”. Il ministro ha avvertito che chi sostiene la causa palestinese finirà per “sperimentare il terrore in prima persona”. Nel suo discorso ha ricordato come in Israele chi credeva a tali illusioni si è trovato di fronte a tragici eventi, tra cui “stupri, omicidi e massacri”. “Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso”, ha esortato Ben-Gvir, sottolineando la necessità di una posizione ferma contro il terrorismo.
Profilo di Itamar Ben-Gvir: un ministro controverso
Itamar Ben-Gvir, nato nel 1976 a Gerusalemme, è una figura controversa nella politica israeliana. Avvocato di formazione, è noto per le sue posizioni radicali e per essere stato coinvolto in numerosi episodi di provocazione politica. Leader del partito di estrema destra Potere Ebraico (Otzma Yehudit), è entrato in carica come ministro della Sicurezza nazionale nel dicembre 2022 nel governo guidato da Benjamin Netanyahu.
Ben-Gvir si è spesso distinto per dichiarazioni forti e azioni provocatorie, come la sua visita al Monte del Tempio, luogo sensibile per la convivenza religiosa a Gerusalemme, che ha suscitato critiche internazionali. Il ministro è noto anche per aver brandito una pistola in più occasioni pubbliche, segno della sua immagine di uomo deciso e intransigente.
La posizione di Ben-Gvir nei confronti del riconoscimento palestinese da parte del Belgio si inserisce nel suo quadro politico di opposizione netta a qualsiasi concessione ai palestinesi, vista come un incentivo al terrorismo e alla violenza. La sua dichiarazione di oggi ribadisce questa linea dura, con un monito rivolto all’Europa a non sostenere quella che definisce “una causa terrorista”.






