Gerusalemme, 20 agosto 2025 – L’Alta Commissione di Pianificazione dell’Amministrazione Civile israeliana, un organismo dipendente dal Ministero della Difesa, ha approvato definitivamente il controverso insediamento E1 in Cisgiordania. Il progetto prevede la costruzione di circa 3.400 unità abitative tra Gerusalemme e l’insediamento di Ma’ale Adumim, un’area strategica che di fatto divide in due la Cisgiordania, compromettendo la possibilità di uno Stato palestinese unito.
Un progetto di Israele che cancella la speranza dei due Stati
Il Ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, figura di spicco dell’estrema destra israeliana e leader del Partito Nazionale Religioso-Sionismo Religioso, ha definito la decisione “storica”. Smotrich ha dichiarato che con questa mossa si cancella “praticamente l’illusione dei due Stati”e si rafforza il legame del popolo ebraico con quella che considera “la Terra d’Israele”. Secondo il ministro, ogni nuovo insediamento rappresenta “un altro chiodo nella bara” dell’idea di uno Stato palestinese indipendente.
Smotrich, che riveste la carica di Ministro delle Finanze dal dicembre 2022 nel governo Netanyahu, è noto per il suo attivismo a favore dell’espansione degli insediamenti in Cisgiordania e per la sua posizione radicale contro la creazione di uno Stato palestinese. Nato e cresciuto in insediamenti israeliani, ha promosso piani politici che rigettano la convivenza di due entità nazionali separate nella Terra d’Israele.
Il progetto E1 in Cisgiordania, la sua portata
Il piano E1 prevede un ampliamento territoriale che collegherebbe Gerusalemme a Ma’ale Adumim, uno dei più grandi insediamenti israeliani in Cisgiordania. Secondo Smotrich, leader del Partito Nazionale Religioso e Ministro delle Finanze, tale iniziativa “cancella praticamente l’illusione dei due Stati” e consolida la presenza israeliana nel cuore della Terra d’Israele. La costruzione di queste nuove unità abitative è vista da lui come un passo concreto per porre fine alla prospettiva di uno Stato palestinese autonomo.
L’approvazione è stata accolta con forti critiche da parte di organizzazioni come Peace Now, che denunciano il progetto come un tentativo di sabotare ogni soluzione politica, sostenendo che esso divide la Cisgiordania e mina la realizzabilità di uno Stato palestinese contiguo. Anche il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, ha condannato la decisione, definendola una misura illegale che “uccide ogni prospettiva di pace nella regione”.
Cresce la tensione in Cisgiordania tra violenze e sfollamenti
L’approvazione di E1 avviene in un contesto di crescente tensione e violenze in Cisgiordania. Negli ultimi mesi, le operazioni militari israeliane e gli attacchi dei coloni hanno causato la distruzione di abitazioni e infrastrutture, costringendo oltre 40 mila palestinesi a sfollare. Organizzazioni umanitarie come Oxfam denunciano un’escalation senza precedenti che limita l’accesso agli aiuti e provoca gravi danni a infrastrutture essenziali come reti idriche e sanitarie.
La comunità internazionale, inclusa l’Onu, ha espresso preoccupazioni per la politica espansionista israeliana, considerata un ostacolo alla pace e alla soluzione a due Stati. Gli Usa hanno criticato la costruzione di nuove abitazioni, definendo tali azioni “una minaccia seria e crescente”. Tuttavia, il governo israeliano replica definendo “assurde” tali accuse e sostenendo il diritto degli israeliani a costruire nei territori contesi, paragonando Gerusalemme a qualsiasi capitale nazionale.






