Roma, 4 agosto 2025 – In vista dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba ha ribadito l’importanza della memoria storica per evitare il ripetersi delle tragedie belliche, come quelle che in passato hanno colpito le città di Hiroshima e Nagasaki. Lo ha fatto durante una seduta della Commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti a Tokyo, sottolineando la necessità di mantenere vivo il ricordo della devastazione causata dal conflitto mondiale.
Hiroshima e Nagasaki, commemorazioni per un monito di pace
Nel frattempo, le città di Hiroshima e Nagasaki si preparano alle tradizionali cerimonie commemorative dei bombardamenti nucleari del 6 e 9 agosto 1945. Secondo quanto riportato dai media giapponesi, i sindaci delle due città, Kazumi Matsui per Hiroshima e Shiro Suzuki per Nagasaki, rinnnoveranno il loro impegno per l’abolizione delle armi nucleari. Durante il discorso previsto il 6 agosto, Matsui inviterà i leader mondiali a costruire un sistema di sicurezza globale basato sulla fiducia e sul dialogo, mentre Suzuki, il 9 agosto, esorterà a tracciare un percorso concreto per eliminare definitivamente le armi nucleari.
La battaglia per gli edifici sopravvissuti
In questo contesto di ricordo e riflessione, una petizione firmata da quasi 15mila cittadini di Hiroshima si oppone alla demolizione di due edifici storici del primo Novecento sopravvissuti all’esplosione atomica. Si tratta di due dei quattro fabbricati dell’ex deposito di abbigliamento militare, risalenti al 1913, situati a circa 2,7 chilometri dall’ipocentro dell’attacco. Nonostante gli accertamenti sismici abbiano evidenziato la loro vulnerabilità in caso di forte terremoto, i firmatari sostengono il loro valore storico e propongono di convertirli in spazi culturali come aule o studi d’arte.
Le cerimonie di commemorazione e le iniziative di tutela testimoniano l’impegno costante del Giappone nel promuovere un messaggio universale di pace, mentre la città di Hiroshima resta un simbolo della distruzione causata dalla guerra e della resilienza nella ricostruzione.





