Crescono le tensioni in Medio Oriente, soprattutto dopo l’intervento degli Stati Uniti: ecco le parole della Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei
La tensione tra Iran e Israele si intensifica ulteriormente dopo gli attacchi israeliani contro siti nucleari iraniani. In un post diffuso su X, la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso che “la punizione continuerà” contro Israele, definendo l’azione “un grave errore” e “un grave crimine” che deve essere punito immediatamente. L’immagine che accompagna il messaggio mostra un teschio in fiamme con la Stella di David sullo sfondo di edifici in fiamme, simbolo della ferma condanna iraniana.
Attacchi israeliani e americani in Iran: il contesto e le reazioni
Dopo gli svariati attacchi israeliani in tutto l’Iran – che continuano anche oggi – poco dopo le 2 (ora italiana) di domenica 22 giugno, anche gli Stati Uniti hanno deciso di dare una spallata al regime iraniano. Attraverso un messaggio pubblicato sul social Truth, il presidente americano Donald Trump ha confermato che le forze armate statunitensi hanno portato a termine un attacco mirato contro tre siti nucleari in Iran: Fordow, Tanaz ed Esfahan.
“Abbiamo completato con successo il nostro attacco”, ha scritto Trump, ringraziando i “grandi guerrieri americani” per l’operazione e invitando ora a guardare al dialogo: “Ora è il momento per la pace. Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo”.
Alle 4 del mattino, ora italiana, il presidente è apparso alla Casa Bianca per un breve discorso, in cui ha ribadito la determinazione di Washington: “Se la pace non arriverà rapidamente, attaccheremo altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”.
Il raid ha segnato l’inizio di una nuova, drammatica escalation nelle tensioni tra Stati Uniti e Iran, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione in Medio Oriente.
La situazione nel Medio Oriente: scontri e diplomazia in bilico
Il clima nel Medio Oriente resta estremamente fragile, con l’Iran che ha risposto lanciando oltre 100 droni contro Israele e con il timore di un’escalation regionale che coinvolga anche gruppi come Hezbollah in Libano. A New York, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il segretario generale Antonio Guterres ha denunciato le gravi violazioni del diritto umanitario nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco umanitario, ma le posizioni sono fortemente divise. Israele ha respinto le richieste di tregua, sottolineando la necessità di eliminare Hamas, accusato di aver scatenato la crisi.
Nel frattempo, il bilancio delle vittime a Gaza continua a crescere, con il ministero della sanità locale che segnala oltre 700 morti in un solo giorno, tra cui numerosi minori. La popolazione civile è sempre più stremata e vari ospedali e cliniche hanno chiuso a causa dei bombardamenti e della mancanza di risorse.
L’area rimane quindi al centro di una crisi complessa che vede il confronto tra potenze regionali e internazionali farsi sempre più acceso, con gravi conseguenze umanitarie e geopolitiche.






