L’Iran torna a chiedere un intervento e una condanna contro Israele: le parole del ministro degli Esteri Abbas Araghchi
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha rilanciato oggi con fermezza il monito contro Israele, definendolo “una delle principali fonti di insicurezza nella regione”. Nel corso di una telefonata con l’omologo pakistano Mohammad Ishaq Dar, Araghchi ha sollecitato la comunità internazionale a esprimere una condanna unanime contro le azioni militari israeliane, esortando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a intervenire con decisione per porre fine all’aggressione e chiamare gli autori dei raid alle proprie responsabilità.
La Turchia condanna gli attacchi israeliani contro l’Iran
Parallelamente a Teheran, anche Ankara ha espresso una netta condanna nei confronti degli attacchi israeliani. Il ministero degli Esteri turco ha definito le operazioni militari di Israele come una “violazione del diritto internazionale” e una provocazione che mina la stabilità regionale e globale. Nel comunicato ufficiale, Ankara ha denunciato la politica di destabilizzazione perseguita da Tel Aviv, sottolineando che il tempismo degli attacchi dimostra una chiara indisponibilità da parte del governo israeliano a ricorrere alla diplomazia per risolvere le controversie.
Il vicepresidente turco Cevdet Yilmaz ha condannato gli atti come “illegali e provocatori”, evidenziando come, nel momento in cui i negoziati nucleari tra Stati Uniti e Iran erano in corso, Israele abbia scelto di aggravare ulteriormente la situazione con ulteriori operazioni militari. Anche il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AK) ha definito “barbara” questa forma di aggressione, richiamando l’attenzione internazionale sulla necessità di respingere le azioni di Tel Aviv.
La comunità internazionale sotto pressione per una risposta unitaria
Gli attacchi israeliani hanno scatenato una vasta reazione diplomatica e militare. Oltre alle condanne, gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio di ulteriori forze militari in Medio Oriente, comprese unità aeree e navali, per fronteggiare la minaccia iraniana e garantire la sicurezza di Israele. Il segretario di Stato Antony Blinken ha ribadito l’importanza di de-escalare la tensione regionale, ponendo l’accento sulla necessità di porre fine alla guerra a Gaza e garantire la sicurezza degli ostaggi.
Nel frattempo, fonti militari israeliane riferiscono che il Paese si trova in “alto livello di prontezza” per un possibile attacco da parte dell’Iran, a seguito dei recenti raid contro infrastrutture nucleari e militari iraniane, che hanno causato la morte di alti funzionari e scienziati. Le Guardie della Rivoluzione iraniane hanno minacciato una “risposta inimmaginabile” in reazione agli attacchi, alimentando ulteriormente la tensione in uno scacchiere già altamente instabile.
La Turchia ha inoltre invitato la comunità internazionale ad assumere una posizione ferma per evitare l’espansione del conflitto, sottolineando come la stabilità del Medio Oriente sia a rischio a causa delle azioni israeliane. L’appello di Ankara coincide con le richieste di Teheran per un intervento deciso delle Nazioni Unite, mentre il mondo osserva con preoccupazione un’escalation che potrebbe avere conseguenze ben oltre i confini regionali.






