Istanbul, 3 luglio 2025 – In un clima di crescenti tensioni internazionali, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha respinto con fermezza l’invito dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, a riprendere al più presto i colloqui sul nucleare iraniano. La risposta di Teheran, giunta tramite un messaggio pubblicato su X, sottolinea un netto disaccordo sulle premesse del negoziato proposto dall’Ue.
Le ragioni del rifiuto dell’Iran
Araghchi ha criticato apertamente la richiesta europea di “porre fine al programma nucleare iraniano”, affermando che essa rappresenta una violazione delle disposizioni del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), di cui l’Iran è firmatario. Il trattato, ha ricordato il ministro, garantisce a tutti gli Stati firmatari il diritto di sviluppare tecnologie nucleari per scopi pacifici. Di conseguenza, la richiesta di Kallas è stata definita come un “ignorare” tali disposizioni e pertanto inaccettabile.
Inoltre, Araghchi ha dichiarato che la partecipazione e il ruolo dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, incluso il Regno Unito, in eventuali negoziati futuri risulterebbero “irrilevanti e privi di significato”, evidenziando una profonda sfiducia nelle intenzioni europee.
La posizione di Kaja Kallas e il contesto diplomatico
L’Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, aveva espresso la volontà di riavviare rapidamente i negoziati per fermare il programma nucleare iraniano, sottolineando l’importanza della cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e dichiarando che l’Ue è pronta a facilitare questo processo.
Tuttavia, l’attuale situazione diplomatica risulta estremamente complessa, con l’Iran che accusa Israele e gli Stati Uniti di sabotare i negoziati. Araghchi ha infatti affermato che gli attacchi israeliani e le azioni statunitensi hanno interrotto le trattative in corso, rendendo impossibile per Teheran tornare a un tavolo negoziale che, secondo lui, non ha mai veramente abbandonato.
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