Teheran, 30 dicembre 2025 – Proseguono le proteste a Teheran, Iran, con i negozianti scesi in piazza per il secondo giorno consecutivo a causa dell’escalation del costo della vita e della svalutazione della moneta nazionale, il rial. In questo contesto, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha invitato il governo ad ascoltare le richieste legittime dei manifestanti e ad aprire un dialogo costruttivo per affrontare le difficoltà economiche che affliggono il Paese.
Iran, proteste e tensioni a Teheran: le ragioni della mobilitazione
Le manifestazioni sono state innescate da un forte aumento dell’inflazione e dal crollo del valore della moneta dell’Iran, il rial, che ha raggiunto un nuovo record storico sul mercato libero, con il dollaro venduto a circa 1.430.000 rial, segnando un incremento di circa il 20% rispetto al mese precedente. I negozianti, insieme a molti cittadini, hanno risposto con scioperi e chiusure parziali dei negozi, soprattutto nel bazar e nelle zone centrali della capitale, denunciando il caro vita e le fluttuazioni del tasso di cambio, che stanno provocando gravi danni all’economia locale, in particolare al mercato della telefonia mobile.
Le cause della crisi economica sono attribuite a una combinazione di fattori, tra cui le sanzioni internazionali, la cattiva gestione governativa, appropriazioni indebite e trasferimenti di ricchezza verso intermediari regionali. Inoltre, il fallimento dei negoziati nucleari con gli Stati Uniti e le crescenti tensioni con Israele hanno influenzato negativamente il clima economico e psicologico del mercato.
La risposta del governo: dialogo e riforme
Il presidente dell’Iran Pezeshkian ha dichiarato di aver chiesto al ministro degli Interni di mantenere aperto un canale di dialogo con i rappresentanti dei manifestanti, evidenziando che il sostentamento della popolazione è una sua preoccupazione quotidiana. Ha inoltre annunciato l’intenzione del governo di adottare riforme fondamentali nel sistema monetario e bancario per preservare il potere d’acquisto dei cittadini.
Nonostante le critiche espresse da alcuni parlamentari sulla proposta di un aumento salariale del 20%, giudicato insufficiente rispetto all’inflazione che ha superato il 52% annuo, il governo punta a compensare con agevolazioni fiscali e programmi di sostegno alle famiglie, come i buoni spesa.
In questo scenario di crescente malcontento sociale, le autorità hanno elevato il livello di allerta, in particolare i Guardiani della Rivoluzione islamica, mentre le proteste continuano a rappresentare un segnale di forte disagio economico e politico nel Paese.






