Teheran, 7 novembre 2025 – Un allarme grave sulla crisi idrica che minaccia la capitale iraniana è stato lanciato oggi dal presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Masoud Pezeshkian. In un discorso trasmesso dalla televisione di Stato, Pezeshkian ha evidenziato che se entro la fine dell’anno non si verificheranno precipitazioni significative, sarà necessario avviare il razionamento dell’acqua a Teheran, con il rischio concreto di dover evacuare la città.
Il rischio di evacuazione per la carenza idrica a Teheran
Il presidente Pezeshkian ha spiegato che, qualora non dovessero arrivare le piogge entro la fine di novembre o l’inizio di dicembre, la situazione diventerà insostenibile: “Se non piove, dovremo iniziare a razionare l’acqua a Teheran. Anche se la razioniamo e non piove ancora, finiremo l’acqua e dovremo evacuare Teheran”. Ad oggi, non è stato chiarito come potrebbe essere realizzata una eventuale evacuazione della megalopoli di oltre 10 milioni di abitanti, la più grande dell’Iran e di tutta l’Asia occidentale.
La crisi idrica nel contesto nazionale
L’emergenza idrica non riguarda solo Teheran, ma tutto il territorio iraniano, duramente colpito dal calo delle precipitazioni. Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, il livello medio delle piogge nel Paese ha raggiunto quest’anno solo 152 millimetri, con un calo del 40% rispetto alla media degli ultimi 57 anni. Un segnale preoccupante, che si somma all’allarme lanciato domenica dal direttore della compagnia idrica regionale, Behzad Parsa, il quale ha riferito che nel bacino idrico principale di Teheran l’acqua residua basterebbe appena per due settimane.
Situata su una pianura ai piedi dei monti Elburz, Teheran si trova in una posizione geografica vulnerabile, senza importanti risorse idriche interne, dipendendo da due bacini esterni, Karaj e Jājerud, che raccolgono le acque provenienti dalle montagne circostanti. La grave riduzione delle precipitazioni e le condizioni climatiche steppiche della regione stanno dunque mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico della capitale, con potenziali conseguenze drammatiche per la popolazione e l’intera economia urbana.






