Secondo Nbc News solamente 1 dei 3 siti nucleari attaccati dagli USA in Iran ha subito gravi danni: i dettagli
Gli attacchi aerei statunitensi contro i siti nucleari iraniani dello scorso giugno hanno prodotto effetti differenziati sui tre impianti colpiti. Secondo una recente valutazione dell’amministrazione Trump, riportata da Nbc News, solo il sito di Fordow è stato in gran parte distrutto, mentre gli impianti di Natanz e Isfahan hanno subito danni limitati, tali da consentire la possibile ripresa dell’arricchimento dell’uranio nei prossimi mesi.
Danni e impatti sugli impianti nucleari dell’Iran
L’operazione militare, denominata “Martello di mezzanotte”, ha visto l’impiego di bombe bunker buster contro i siti iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan, che rappresentano punti chiave del programma nucleare di Teheran. Secondo fonti interne all’amministrazione americana, l’attacco a Fordow ha rallentato di circa due anni la capacità di arricchimento dell’uranio in quel sito, considerato cruciale per le ambizioni nucleari iraniane. Al contrario, i danni subiti da Natanz e Isfahan sono stati tali da permettere un’eventuale ripresa delle attività in tempi relativamente brevi se il regime iraniano lo decidesse.
Fonti americane hanno inoltre riferito che il presidente Donald Trump ha respinto un piano militare elaborato dal Comando centrale degli Stati Uniti per estendere gli attacchi nucleari in Iran, che sarebbero dovuti durare diverse settimane invece di una sola notte. Trump avrebbe motivato la decisione con la volontà di evitare un coinvolgimento prolungato in conflitti esteri e per limitare il numero di vittime da entrambe le parti.
Tensioni e prospettive diplomatiche
Nel frattempo, funzionari di governo americani e israeliani discutono della possibilità di ulteriori attacchi contro gli impianti meno danneggiati, qualora l’Iran non accettasse di riprendere i negoziati per un accordo nucleare o mostrasse segnali di ricostruzione. Gli attacchi hanno inevitabilmente inasprito la crisi regionale, con l’Iran che ha denunciato l’aggressione come ingiustificata e illegale. Parallelamente, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è recato a Mosca per consultazioni con il presidente Vladimir Putin in merito agli sviluppi della situazione.
L’amministrazione Trump, in carica dal gennaio 2025, continua dunque a mantenere una posizione di pressione militare e diplomatica su Teheran, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della crisi nucleare in Medio Oriente.






