Istanbul, 27 giugno 2025 – Il presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian ha denunciato con fermezza le conseguenze delle operazioni militari israeliane nei confronti dell’Iran, sottolineando come tali azioni abbiano causato la morte di numerosi civili. In un messaggio indirizzato al vertice dell’Unione economica euroasiatica in Bielorussia, Pezeshkian ha definito gli attacchi come “operazioni illegali e criminali” che hanno colpito non solo obiettivi militari, ma anche professori universitari, cittadini comuni, aree residenziali, infrastrutture pubbliche, ospedali e centri medici.
Iran, bilancio delle vittime e responsabilità internazionali
Secondo il report pubblicato dall’organizzazione indipendente iraniana Human Rights Activists News Agency (Hrana), i raid israeliani hanno provocato la morte di almeno 1.054 persone e il ferimento di altre 4.476 in Iran. Il bilancio delle vittime civili si attesta a 417 morti e 2.072 feriti, mentre tra il personale militare si registrano 318 decessi e 256 feriti. Ulteriori 319 vittime e 2.148 feriti non sono stati classificati con certezza tra civili o militari. Pezeshkian ha esortato la comunità internazionale, in particolare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, a prendere un atteggiamento più determinato nei confronti di chi promuove l’aggressione e la guerra.
L’appello di Pezeshkian
La denuncia di Pezeshkian riporta all’attenzione la drammaticità della situazione umanitaria nella regione, ribadendo la necessità di una maggiore responsabilità e intervento da parte delle istituzioni internazionali per fermare l’escalation di violenza. “La comunità internazionale, in particolare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, devono adottare un atteggiamento più responsabile nei confronti di aggressori e guerrafondai”, ha aggiunto dichiarato il presidente dell’Iran.
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