Guerra Israele-Iran, il giornale di Teheran vicino alla Guida Suprema Khamenei, annuncia la volontà e la necessità di distruggere Israele
Nel contesto delle crescenti tensioni in Medio Oriente, un editoriale pubblicato dal quotidiano iraniano Kayhan, noto per la sua vicinanza alla Guida Suprema Ali Khamenei, ha tracciato una linea dura sulle relazioni con Israele. Secondo il giornale, l’azione militare israeliana contro l’Iran segna la fine delle trattative diplomatiche, indicando come unica soluzione possibile la completa distruzione di Israele.
Il messaggio di Kayhan e la posizione dell’Iran
L’editoriale di Kayhan afferma che “la condizione per mettere fine alla guerra non è un accordo di cessate il fuoco, né sono le pressioni politiche o una ritirata tattica. La fine della guerra richiede la completa distruzione d’Israele“. Questa dichiarazione, riportata anche dal sito dell’opposizione iraniana all’estero Iran International, riflette la linea intransigente sostenuta dalla leadership della Repubblica Islamica dell’Iran sotto la supervisione dell’ayatollah Khamenei.
La presa di posizione del giornale rappresenta un’escalation verbale significativa, soprattutto in un momento in cui la regione è già segnata da una complessa rete di conflitti e tensioni geopolitiche.
Contesto geopolitico e implicazioni
L’Iran, con una popolazione di circa 92 milioni di abitanti e una struttura politica teocratica, continua a rappresentare un attore centrale nel panorama mediorientale, spesso in contrasto con lo Stato d’Israele, che conta quasi 10 milioni di abitanti. Lo Stato ebraico, con un’economia avanzata e un sistema politico parlamentare, si trova da decenni in una posizione di confronto aperto con Teheran, soprattutto a causa delle divergenze riguardanti il programma nucleare iraniano e il sostegno di quest’ultimo a gruppi armati nella regione.
Le parole di Kayhan si inseriscono dunque in un quadro di tensioni che rischiano di compromettere ulteriormente le possibilità di dialogo e stabilità in Medio Oriente, segnando un momento delicato per le relazioni internazionali e la sicurezza regionale.






