Secondo alcune fonti, Israele avrebbe bombardato il carcere di Evin per liberare i dissidenti del regime iraniano
Nel contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente, una fonte israeliana anonima ha rivelato all’ANSA dettagli sull’attacco condotto dai caccia dell’Israeli Air Force (IAF) contro la prigione di Evin, a Teheran. L’azione rientrerebbe in un piano mirato a liberare i dissidenti iraniani, con l’obiettivo di stimolare una protesta interna finalizzata a destabilizzare l’attuale governo della Repubblica Islamica dell’Iran.
Obiettivi dell’attacco israeliano in Iran
Secondo la fonte israeliana, il raid sui cancelli della prigione di Evin non si limita a una semplice operazione militare, ma rappresenta un tentativo strategico di supportare le forze di opposizione interne all’Iran, considerate cruciali per un possibile cambiamento politico nel Paese. L’attacco mira anche a esercitare pressione sugli ayatollah affinché accettino di porre fine al conflitto in corso e si siedano a negoziare sul delicato tema del nucleare iraniano.
L’offensiva, che si prevede verrà intensificata nelle prossime ore e durante la notte, vuole raggiungere rapidamente risultati significativi sia sul piano militare che politico. L’azione israeliana si inserisce in un quadro di instabilità regionale che vede il Medio Oriente ancora lontano da una soluzione di pace, con tensioni che coinvolgono anche altri fronti, come evidenziato dalla recente analisi di Marco Zacchera.
Contesto regionale e implicazioni
L’attacco alla prigione di Evin avviene in un momento particolarmente delicato, con una crescente ostilità fra Israele e Iran che si riflette anche nei conflitti più ampi in Medio Oriente. La prigione di Evin, nota per ospitare molti prigionieri politici e dissidenti, rappresenta un simbolo delle tensioni interne iraniane. L’intervento israeliano evidenzia come Tel Aviv consideri la destabilizzazione interna in Iran uno strumento per influenzare l’equilibrio geopolitico regionale.
Il rafforzamento degli attacchi nei confronti dell’Iran, previsto dalla fonte israeliana per le prossime ore, sottolinea una strategia mirata a ottenere un’accelerazione degli sviluppi sul terreno, in un’area dove la pace appare ancora un obiettivo difficile da raggiungere.






