Anchorage, 14 agosto 2025 – Il piano del Presidente statunitense Donald Trump, di cui discuterà durante il vertice di Ferragosto di Anchorage, in Alaska, si concentra su una proposta che possa conquistare Vladimir Putin. Questa proposta, che intreccia interessi economici e politici, ruota attorno a una risorsa fondamentale per l’economia e la tecnologia del XXI secolo: le terre rare. Nel contesto delle complesse dinamiche geopolitiche legate al conflitto in Ucraina, si delinea un accordo che potrebbe segnare una svolta strategica di portata globale.
L’importanza strategica delle terre rare
Le terre rare rappresentano un gruppo di 17 elementi chimici, comprendenti scandio, ittrio e i lantanoidi, noti per le loro proprietà uniche e indispensabili in numerosi settori industriali e tecnologici. La loro denominazione deriva dal villaggio svedese di Ytterby, dove furono scoperti per la prima volta in minerali come la gadolinite. Nonostante il nome, queste risorse sono presenti in quantità relativamente elevate nella crosta terrestre, ma la loro estrazione e separazione risultano complesse a causa delle similitudini chimiche fra gli elementi.
Questi metalli sono essenziali per la produzione di componenti di alta tecnologia, come magneti permanenti, catalizzatori, superconduttori, fibre ottiche, e soprattutto per l’industria dei veicoli ibridi ed elettrici, laser e dispositivi optoelettronici. La domanda globale di terre rare è in forte crescita, spinta dall’innovazione tecnologica, tanto da rendere strategica la loro disponibilità per la sicurezza nazionale e la competitività industriale.
La geopolitica delle terre rare e il ruolo della Russia
La Cina domina attualmente il mercato mondiale delle terre rare, con una produzione che supera il 95% dell’offerta globale. Questa posizione di monopolio ha generato preoccupazioni internazionali, soprattutto negli Usa e in Europa, per il rischio di dipendenza e possibili interruzioni delle forniture. Per questo motivo, la scoperta nel 2024 del più grande giacimento europeo in Norvegia e lo sfruttamento di altre fonti in Sudafrica, Brasile, Canada e Stati Uniti hanno assunto una rilevanza strategica.
Nel contesto del conflitto in Ucraina, la Russia, guidata da Vladimir Putin, ha cercato di consolidare e ampliare la propria influenza sul mercato delle terre rare, sfruttando i propri giacimenti e le relazioni con compagnie minerarie, talvolta anche tramite attori non ufficiali come gruppi paramilitari. La presenza russa in aree ricche di terre rare, inoltre, si intreccia con le tensioni militari e politiche in corso, alimentando una competizione globale per il controllo di queste risorse.
Trump e Putin, il piano per Anchorage e i riflessi politici
Secondo quanto riportato dal Telegraph, durante il summit di Anchorage si proverà a raggiungere un’intesa informale che assegnerebbe alla Russia, e quindi a Putin, un accesso privilegiato alle riserve di terre rare. In cambio, l’amministrazione Trump dovrebbe ottenere un risultato diplomatico di rilievo, che potrebbe essere presentato come un passo verso la pace, potenzialmente rafforzando la candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la Pace.
Il probabile accordo rispecchierebbe le strategie di politica estera di Trump, orientate a una ridefinizione dei rapporti con la Russia e a una politica energetica volta a garantire la sicurezza e l’indipendenza degli Usa. La sua amministrazione ha infatti puntato a rilanciare l’industria energetica nazionale, riducendo le restrizioni ambientali e sostenendo lo sfruttamento delle risorse interne, in controtendenza rispetto alle politiche climatiche precedenti. L’intesa con la Russia sulle terre rare si inserisce quindi in una visione più ampia di riorganizzazione della geopolitica energetica e tecnologica globale.
Il ruolo degli 007 e le tensioni sulla sicurezza
Parallelamente, la Cina ha lanciato un allarme riguardo alle attività di spionaggio e ai tentativi di sottrarre segreti industriali relativi alle terre rare. Il ministero della Sicurezza di Stato cinese ha denunciato come agenti stranieri abbiano cercato di reclutare criminali locali per trafugare materiali e informazioni, sottolineando l’importanza strategica e la vulnerabilità di queste risorse.
Questa situazione evidenzia la complessità del panorama internazionale, in cui la competizione per le terre rare si intreccia con operazioni di intelligence, strategie di potere e negoziazioni politiche ad alto livello. L’accordo di Anchorage potrebbe rappresentare un primo, seppur fragile, tentativo di stabilire un equilibrio tra interessi contrapposti, ma la posta in gioco rimane altissima.
Le dinamiche attuali mostrano come le terre rare non siano più solo una questione tecnica o economica, ma un elemento cruciale nelle relazioni internazionali, capace di influenzare equilibri di potere, sicurezza e sviluppo tecnologico per gli anni a venire.






