Brasilia, 1 settembre 2025 – Si apre domani davanti alla Corte Suprema Federale del Brasile (Stf) il processo attesissimo contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di aver tentato un golpe dopo la sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2022. Se condannato, Bolsonaro potrebbe essere trasferito nel carcere di massima sicurezza di Papuda, situato a Brasilia, luogo noto per aver ospitato dal 2007 al 2011 anche l’ex terrorista italiano Cesare Battisti.
La scelta del carcere di Papuda per Bolsonaro
Fonti giudiziarie di alto livello, vicine al giudice relatore Alexandre de Moraes, hanno rivelato che l’ex capo di Stato brasiliano, militare di riserva, potrebbe scontare la pena a Papuda, un carcere già tristemente noto per aver ospitato figure controverse. Inizialmente si era ipotizzato che Bolsonaro potesse essere detenuto in una struttura militare o in una cella presso il quartier generale della polizia federale, ma Moraes, secondo le stesse fonti, avrebbe optato per Papuda anche per altri condannati coinvolti negli eventi violenti dell’8 gennaio 2023, conosciuti come la “Capitol Hill brasiliana”.
Questo destino sarebbe un netto contrasto con quello di Luiz Inácio Lula da Silva, attuale presidente e storico rivale politico di Bolsonaro, che trascorse 580 giorni agli arresti nella Soprintendenza della polizia federale a Curitiba in seguito alla condanna per corruzione e riciclaggio nell’ambito dell’operazione “Lava Jato”, la cosiddetta “Mani Pulite verdeoro”.
Il precedente di Cesare Battisti
Il carcere di Papuda ha una storia particolare: tra il 2007 e il 2011 ospitò Cesare Battisti, ex terrorista italiano condannato per quattro omicidi e latitante per anni, fino all’arresto in Brasile e alla successiva estradizione in Italia nel 2019. Battisti scontò circa sette anni di detenzione nel paese sudamericano, dove era stato inizialmente accolto come rifugiato politico, ma alla fine la giustizia brasiliana revocò il suo status.





