Kiev, 28 novembre 2025 – Nell’ambito di un contesto politico ucraino sempre più teso, Andriy Yermak, capo di gabinetto dell’Ufficio di presidenza e stretto consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha rassegnato le dimissioni dopo una perquisizione da parte dell’agenzia nazionale anticorruzione ucraina (NABU). La notizia, confermata dallo stesso Zelensky, segna un momento delicato per la leadership di Kiev, alle prese con una serie di scandali e pressioni interne.
Le dimissioni di Andriy Yermak e il ruolo nel potere ucraino
Yermak, nominato capo dell’Ufficio presidenziale il 11 febbraio 2020 da Zelensky, è stato una figura chiave nell’amministrazione, spesso definito come il “Richelieu ucraino” per la sua influenza dietro le quinte. Avvocato, produttore cinematografico e politico indipendente, Yermak ha avuto un ruolo centrale nei negoziati di pace con la Russia, curando anche gli scambi di prigionieri durante il conflitto nel Donbass. Nato a Kiev nel 1971, con formazione giuridica presso l’Università Nazionale Taras Ševčenko, ha accompagnato Zelensky sin dagli esordi nella politica, partecipando attivamente alla sua campagna elettorale del 2019.
Il potere di Yermak si era consolidato negli anni, tanto da influenzare decisioni governative e relazioni internazionali, arrivando a essere percepito come una sorta di vice informale del presidente. Tuttavia, la sua posizione è stata oggetto di critiche crescenti, con accuse di accentramento del potere e di ostacolo al funzionamento del Parlamento e del governo.
Pressioni politiche e clima di inchieste anticorruzione
Le dimissioni arrivano in un momento in cui Zelensky è sotto pressione per una vasta inchiesta anticorruzione che coinvolge diversi esponenti del suo cerchio più stretto. Nelle settimane precedenti, il presidente aveva già sollecitato e ottenuto le dimissioni di due ministri implicati nelle indagini. La perquisizione dell’abitazione di Yermak da parte del NABU ha fatto da detonatore per questa svolta, con Zelensky che ha sottolineato la necessità di mettere fine a “voci e speculazioni” per garantire la stabilità del governo.
Il rapporto tra Zelensky e Yermak: una fedeltà strategica
Il legame tra il presidente e Yermak è stato sempre caratterizzato da una reciproca fedeltà e da una visione condivisa della gestione dello Stato in tempi di guerra. Mentre Zelensky è noto per il suo carisma e la sua esposizione mediatica, Yermak ha preferito lavorare dietro le quinte, guadagnandosi rispetto e potere grazie alla sua capacità di mediazione e alla gestione delle trattative internazionali, compresi i colloqui con gli Stati Uniti e la definizione delle linee rosse per la difesa ucraina.
Nonostante l’impatto negativo delle accuse e delle dimissioni, fonti governative evidenziano come Yermak abbia ottenuto risultati rilevanti, tra cui il completo ripristino dell’aiuto militare statunitense, con l’invio di sistemi di difesa antiaerea Patriot e il rafforzamento dell’intelligence. La sua uscita rappresenta dunque un cambio di passo nel governo Zelensky, che intende rispondere alle crescenti aspettative di trasparenza e di lotta alla corruzione nel contesto di una guerra ancora aperta.






