Gerusalemme Est, 25 agosto 2025 – L’esercito israeliano (IDF) ha annunciato l’avvio di un’indagine preliminare sull’attacco multiplo che ha colpito stamane l’ospedale Nasser a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Il comunicato ufficiale, diffuso tramite Telegram, specifica che il capo di stato maggiore ha disposto di avviare l’inchiesta “il prima possibile”, esprimendo rammarico per eventuali danni a persone non coinvolte e ribadendo che i giornalisti non sono obiettivi militari.
L’attacco e il bilancio delle vittime
L’attacco dell’IDF sull’ospedale Nasser ha provocato la morte di almeno 19 persone, tra cui quattro giornalisti. Tra le vittime si contano Hossam al-Masri, fotoreporter dell’agenzia Reuters, Moaz Abu Taha, Mohammed Salama di Al Jazeera e Mariam Abu Daqa, collaboratrice di vari media internazionali come l’Independent Arabic e l’Associated Press. Decine i feriti segnalati, in un contesto già drammatico per la popolazione civile, con ospedali sovraccarichi e risorse mediche estremamente limitate.
L’ospedale Nasser: un presidio vitale a rischio chiusura
L’ospedale Nasser rappresenta l’ultima struttura sanitaria operativa nel sud di Gaza ed è fondamentale per la cura di circa 550 pazienti, inclusi neonati, donne incinte e persone con gravi traumi. Secondo l’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), la chiusura dell’ospedale avrebbe conseguenze devastanti per la popolazione locale, già duramente provata dal conflitto. Nei mesi recenti, la struttura ha gestito ripetuti afflussi di feriti gravi a causa dei combattimenti circostanti, e la carenza di sangue e forniture mediche è critica.
Lo staff medico di EMERGENCY, che era presente nel reparto di terapia intensiva del Nasser Hospital in occasione di uno dei passati attacchi, avvenuto nel marzo 2025, in quell’occasione aveva testimoniato la drammaticità della situazione: durante l’attacco, il personale è stato costretto a rifugiarsi in una stanza sicura, per poi tornare immediatamente a prestare assistenza ai pazienti più gravi. “La guerra – avevano affermato i medici già in quell’occasione – non risparmia nessuno, nemmeno le strutture sanitarie, che dovrebbero essere garantite come zone protette dal diritto internazionale umanitario”.
Le forze israeliane hanno inoltre emesso ordini di evacuazione per la popolazione di Khan Yunis, contribuendo a un massiccio sfollamento di civili che rende ancora più precaria la situazione sanitaria e umanitaria nell’area.






