Beirut, 6 novembre 2025 – In una fase di crescente tensione nella regione mediorientale, Hezbollah ha riaffermato con fermezza il proprio rifiuto di qualsiasi negoziato con Israele, ribadendo il diritto inalienabile alla difesa contro le aggressioni israeliane. La posizione del movimento sciita libanese emerge con chiarezza da una lettera aperta pubblicata oggi sul sito della televisione Al Manar, indirizzata alle massime cariche istituzionali libanesi e al popolo del Libano.
Hezbollah respinge i negoziati con Israele
Nella missiva, Hezbollah critica aspramente i tentativi di coinvolgere il Libano in nuovi cicli di negoziazione con Israele, definiti come strumenti che servono esclusivamente agli interessi del “nemico sionista”. Il movimento sciita risponde in particolare alle recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica libanese Joseph Aoun, che aveva aperto alla possibilità di trattative con Tel Aviv. Hezbollah sottolinea che le armi della resistenza non sono materia di alcun compromesso o scambio politico, ma rappresentano un diritto legittimo e un dovere nazionale per difendere il Paese.

Il Partito di Dio richiama inoltre la dichiarazione di cessate il fuoco del 27 novembre 2024, frutto della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che impone a Israele il ritiro oltre la Blue Line. Accusa Israele di continuare le violazioni del territorio libanese via terra, mare e aria e di voler imporre sottomissione politica e militare al Libano.
Il contesto regionale e le pressioni internazionali
La presa di posizione di Hezbollah arriva in un momento di intensificazione delle pressioni politiche e militari da parte degli Stati Uniti e dello Stato ebraico, che spingono il governo di Beirut verso un possibile disarmo del movimento. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente minacciato un’escalation delle operazioni militari contro Hezbollah, accusato di riarmo.
Hezbollah ribadisce che la difesa del Libano non è una questione di guerra o pace, ma un diritto fondamentale che il movimento continuerà a esercitare al fianco dell’esercito e della popolazione libanese, finché persisteranno occupazione e aggressione.






