Gaza, 29 dicembre 2025 – In vista dell’imminente incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che avrà come tema centrale il futuro della Striscia di Gaza, l’ala militare di Hamas ha riaffermato con fermezza la propria posizione riguardo all’uso delle armi. Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, ha infatti dichiarato in un video diffuso sul canale Telegram ufficiale del movimento che “il nostro popolo si sta difendendo e non rinuncerà alle armi finché l’occupazione continuerà”.
La posizione di Hamas sulle armi e la difesa
Abu Obeida ha sottolineato che, nonostante le difficoltà e la pressione internazionale, Hamas non intende abbandonare la lotta armata come strumento di resistenza contro l’occupazione israeliana. Nel suo messaggio, il portavoce ha aggiunto che la popolazione palestinese è pronta a combattere anche “a mani nude” piuttosto che arrendersi, confermando così la determinazione del movimento islamista nel mantenere attiva la propria ala militare. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, sono da sempre al centro del conflitto israelo-palestinese, mantenendo un ruolo chiave nella resistenza e negli scontri con le forze israeliane.
Netanyahu in Florida prima del vertice con Trump
Parallelamente, a Washington, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth in Florida, come riferito dall’ufficio del primo ministro a CNN. L’incontro, che precede il colloquio con il presidente Trump, si inserisce in un contesto di intensi preparativi diplomatici che puntano a discutere del futuro assetto della Striscia di Gaza e delle strategie di sicurezza. Nelle ore precedenti, Netanyahu ha avuto anche un colloquio con il segretario di Stato americano Marco Rubio, a testimonianza dell’importanza attribuita dagli Stati Uniti alla gestione del conflitto in Medio Oriente.
Questi sviluppi avvengono in un periodo di forte tensione nella regione, con Hamas che mantiene una posizione intransigente riguardo alla propria sovranità e capacità militare, mentre Israele, rappresentato da Netanyahu, cerca il sostegno internazionale per garantire la propria sicurezza nazionale.






