Un nuovo scambio di prigionieri è stato effettuato tra Russia e Ucraina: ad annuncialro è stato il ministero della Difesa russo
La Federazione Russa ha reso noto oggi di aver completato un nuovo scambio di prigionieri con l’Ucraina, in linea con gli accordi bilaterali siglati lo scorso 12 giugno a Istanbul. Sebbene il ministero della Difesa russo non abbia fornito dettagli precisi sul numero esatto dei militari coinvolti, fonti ufficiali confermano che si tratta di uno scambio significativo che coinvolge decine di detenuti da entrambe le parti.
Dettagli dello scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev
Secondo il comunicato diffuso dal ministero della Difesa russo sul proprio canale Telegram, “un gruppo di militari russi è stato rimpatriato dal territorio controllato dal regime di Kiev”. In cambio, un gruppo di prigionieri di guerra appartenenti alle forze armate ucraine è stato trasferito sotto il controllo russo. I militari russi liberati sono stati consegnati alla Bielorussia, da dove verranno rimpatriati.
Le autorità russe hanno dichiarato che lo scambio segue gli accordi raggiunti nella capitale turca, mentre fonti ucraine hanno precisato che complessivamente sono stati liberati 175 prigionieri per parte, per un totale di 350 detenuti restituiti nello scambio. Tra di essi figurano 33 ufficiali e 17 soldati o sergenti, come specificato dal capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak.
Contesto militare e diplomatico attuale
L’avvenuto scambio di detenuti si inserisce in un quadro di persistente conflitto tra Russia e Ucraina, caratterizzato dal recente ripristino dei bombardamenti russi su diverse regioni ucraine, in particolare su Kramatorsk, dove Mosca ha dichiarato di aver colpito caserme militari ucraine, provocando centinaia di vittime. Questa versione è stata però contestata dall’esercito di Kiev e da osservatori internazionali, che non hanno rilevato conferme sul terreno.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di oltre 3 miliardi di dollari, comprendente veicoli da combattimento, missili anticarro e munizioni, oltre a 682 milioni di dollari destinati ai Paesi dell’Europa orientale membri della NATO che sostengono Kiev.
Lo scambio di prigionieri rappresenta quindi un momento di interlocuzione tra le parti in conflitto, sebbene la situazione sul campo resti tesa e caratterizzata da scontri e bombardamenti continui.






