Un rapporto che verrà presentato oggi a Parigi lancia l’allarme sui numeri delle violenze sessuali legati alla guerra in Ucraina
Le violenze sessuali legate alla guerra in Ucraina sono state a lungo sottovalutate, soprattutto quelle subite dagli uomini, spesso costretti al silenzio per paura di stigmatizzazioni e rappresaglie. È quanto emerge da un rapporto che sarà presentato oggi a Parigi in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione delle violenze sessuali in tempo di guerra.
Violenze sessuali in Ucraina: un fenomeno nascosto e sottostimato
Il documento, un libro bianco di circa quaranta pagine, è il risultato di un simposio organizzato nel 2024 a Kiev dalle ONG We Are NOT Weapons of War (WWoW), Women’s Information Consultative Center (WICC) e Stand Speak Rise Up! (SSRU), in collaborazione con il ministero degli Esteri francese. Secondo lo studio, il numero reale di casi è molto più alto rispetto a quelli ufficialmente registrati, a causa di vari fattori quali stigmatizzazione, timore di rappresaglie, senso di colpa e difficoltà di accesso alla giustizia, soprattutto nelle zone occupate.
Tra febbraio 2022 e agosto 2024, la missione ONU per la sorveglianza dei diritti umani in Ucraina ha documentato 376 casi di violenze sessuali, di cui 262 riguardanti uomini. Questi ultimi, spesso vittime di stupri, nudità forzata e scariche elettriche sugli organi genitali durante la detenzione, tendono a non denunciare gli abusi nemmeno ai propri familiari.
Raccomandazioni e interventi urgenti
Il libro bianco evidenzia alcuni progressi nella legislazione ucraina negli ultimi anni, ma sottolinea che ciò non è sufficiente. Tra le raccomandazioni principali vi sono campagne di sensibilizzazione, formazione specifica per gli operatori a contatto con le vittime, coordinamento legale migliorato e l’impiego di unità mobili specializzate nelle aree rurali.
Parallelamente, le organizzazioni umanitarie stanno cercando di fornire assistenza medica essenziale alle vittime, come le pillole del giorno dopo, soprattutto per le donne profughe che fuggono dalla guerra e si trovano in paesi europei dove l’interruzione volontaria di gravidanza è vietata, come Polonia e Ungheria.
Le violenze sessuali sono solo una delle terribili conseguenze del conflitto, che vede anche un alto numero di bambini vittime di abusi, mutilazioni, reclutamenti forzati e rapimenti, come evidenziato nei recenti rapporti delle Nazioni Unite. La guerra ucraina si conferma così un teatro di crimini contro l’umanità che richiedono un impegno internazionale sempre più deciso per la tutela dei diritti umani e per il sostegno alle vittime.






