Istanbul, 2 settembre 2025 – Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito oggi la sua ferma convinzione che la guerra tra Russia e Ucraina possa essere fermata attraverso il dialogo e i negoziati. In un incontro con la stampa al suo rientro dal vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai in Cina, dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin, Erdoğan ha sottolineato come i colloqui tenuti a Istanbul negli ultimi mesi tra le delegazioni di Mosca e Kiev rappresentino una prova concreta che la via diplomatica resta aperta.
La posizione di Erdoğan sui negoziati di pace
Il presidente turco ha auspicato che il processo di pace possa portare a “risultati tangibili” e ha sottolineato la necessità di seguire un “approccio che mira alla soluzione”. Erdoğan ha evidenziato che una pace “giusta e duratura” si costruisce rafforzando il piano negoziale in modo inclusivo, senza escludere alcun partecipante. Ha inoltre espresso apprezzamento per l’incontro recente fra Putin e l’ex presidente americano Donald Trump in Alaska, definendo quei colloqui “ragionevoli, accettabili” e “una strategia preziosa”. Secondo Erdoğan, “solo un dialogo incentrato sulla pace può porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia”.
Aggiornamenti sui negoziati e il ruolo di altri attori
Parallelamente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato di aver discusso con Erdoğan “dettagli chiave” dei negoziati in Turchia che “potrebbero contribuire a porre fine alla guerra”. Zelensky ha inoltre invitato il Papa a visitare l’Ucraina, tema affrontato nella loro prima telefonata. La delegazione ucraina, guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, è pronta a partecipare ai colloqui di pace previsti a Istanbul, che vedranno anche la mediazione degli Stati Uniti e della Turchia.
Dalla Russia, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riaffermato l’impegno di Mosca per una soluzione pacifica di lungo periodo, ribadendo però il rifiuto di ogni ultimatum su un cessate il fuoco. Intanto, il segretario di Stato americano ha sottolineato che la massima priorità degli Stati Uniti rimane la fine dei combattimenti e un cessate il fuoco immediato.






