La Global Sumud Flotilla ha posticipato la sua partenza dalla Tunisia, con la decisione definitiva sull’orario fissata all’alba di oggi, giovedì 11 settembre. Lo ha reso noto Nabil Chennoufi, membro del comitato direttivo della sezione maghrebina, spiegando che lo slittamento è legato principalmente alle condizioni meteorologiche e ad alcune questioni organizzative.
Le ragioni del rinvio
Secondo Chennoufi, la scelta di rimandare la partenza non è stata influenzata da problemi di sicurezza, ma dal maltempo che nelle ultime ore ha interessato la zona, con pioggia e vento che hanno reso difficili le operazioni. “Abbiamo avuto un incontro di sicurezza con tutte le autorità competenti, che ci hanno dato il via libera alla navigazione, anzi ci hanno incoraggiati a salpare”, ha sottolineato, ribadendo che l’unico ostacolo concreto resta il peggioramento delle condizioni atmosferiche.
Per restare sempre aggiornato sulla posizione delle navi della flotta puoi sfruttare il live tracker ufficiale messo a disposizione dalla Global Sumud Flotilla.
La Global Sumud Flotilla e la missione verso Gaza
Attualmente sono circa 36 le imbarcazioni pronte a unirsi al convoglio umanitario destinato a portare aiuti nella Striscia di Gaza. Altre due o tre navi non sono ancora completamente operative, ma potrebbero raggiungere la flottiglia in un secondo momento, ha precisato Chennoufi.
La posizione di Tunisi sugli attacchi con i droni
Sul fronte della sicurezza, nelle giornate di lunedì e martedì si sono registrate denunce di attacchi contro due imbarcazioni attraccate in un porto tunisino. Gli organizzatori hanno parlato di droni, ma il ministero dell’Interno tunisino ha negato la presenza di velivoli, definendo quanto avvenuto “azioni premeditate” e annunciando l’apertura di un’inchiesta per chiarire la dinamica degli episodi.
Il riepilogo dei due attacchi alla Global Sumud Flotilla
Nella notte di lunedì 8 settembre, la nave principale della Global Sumud Flotilla, la Family Boat, è stata colpita da un presunto drone israeliano mentre si trovava ormeggiata nel porto tunisino di Sidi Bou Said. L’impatto ha provocato un incendio a bordo.
L’imbarcazione, lunga 23 metri, battente bandiera portoghese e con a bordo il comitato di coordinamento della missione, ospitava sei persone al momento dell’attacco. Le fiamme hanno interessato il ponte principale e le aree di stoccaggio, ma l’incendio è stato domato rapidamente dagli stessi passeggeri. Nessuno tra equipaggio e attivisti ha riportato ferite.
Un secondo episodio si è verificato la notte successiva. La nave Alma, che batte bandiera britannica e fa parte della flottiglia, è stata anch’essa presa di mira da un presunto drone nelle acque tunisine. L’attacco ha causato danni al ponte superiore, dove si è sviluppato un incendio subito circoscritto. Anche in questo caso non si sono registrate vittime né feriti.
Israele accusa la flottiglia di legami con Hamas e Fratelli Musulmani
Il Ministero israeliano per gli Affari della Diaspora e la Lotta all’Antisemitismo ha dichiarato che la Global Sumud Flotilla non sarebbe una missione umanitaria volta a raggiungere Gaza, oggi ufficialmente colpita dalla carestia, ma un’iniziativa che funge da copertura per attività promosse da Hamas e dalla Fratellanza Musulmana.
Dubbi sul rapporto ministeriale
Alcuni quotidiani hanno riportato l’esistenza di un documento redatto dal ministero che collegherebbe gli organizzatori della flottiglia a esponenti delle due organizzazioni. Tuttavia, nessuna delle testate ha fornito un collegamento diretto al rapporto né prove concrete che confermino tali affermazioni, sollevando perplessità sulla solidità di queste accuse.
Escalation regionale delle operazioni israeliane
Le dichiarazioni arrivano in un contesto di crescente aggressività da parte di Israele nei confronti di critici e oppositori nell’area. Oltre ai due attacchi con droni contro le navi della flottiglia, attribuiti a Tel Aviv, nelle ultime 48 ore si sono registrati raid israeliani sulla capitale yemenita Sanaa e su una delegazione di Hamas a Doha, in Qatar.
Ansari (Human Rights Watch) sottolinea l’importanza di proteggere le navi della Global Sumud Flotilla
Milena Ansari, ricercatrice di Human Rights Watch (HRW) per Israele e Palestina, sottolinea come le navi della Global Sumud Flotilla che trasportano aiuti verso Gaza arrivino in un momento in cui i governi mondiali non sono riusciti a intervenire per porre fine al blocco imposto da Israele sul territorio palestinese.
Secondo Ansari, le navi della Global Sumud Flotilla rappresentano un modo attraverso cui cittadini comuni possono esprimere pacificamente la propria opposizione al rischio di una catastrofe umanitaria su scala massiva. Tuttavia, ha precisato che non esiste alcun sostituto a un’azione concreta dei governi per fermare gli abusi e garantire responsabilità e giustizia.
Pericoli concreti per i partecipanti
La ricercatrice ha evidenziato come gli incendi recenti a bordo di due navi della Global Sumud Flotilla, attraccate in Tunisia, così come l’attacco israeliano alla Mavi Marmara nel 2010, dimostrino i rischi concreti che affrontano i partecipanti. Nell’assalto alla Mavi Marmara, in acque turche, le forze israeliane uccisero almeno nove persone.
Appello alla comunità internazionale
Ansari ha ricordato che l’episodio della Mavi Marmara costituisce un monito per la comunità internazionale a proteggere i membri delle Global Sumud Flotilla, definiti “terroristi” dal ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir. I governi, ha aggiunto, devono assicurarsi che i partecipanti non vengano ostacolati, attaccati o perseguiti ingiustamente e devono esercitare pressione su Israele per porre fine al blocco illegale di Gaza.
Greta Thunberg: “Questo viaggio non è una corsa veloce, ma una lunga marcia”
“Questa missione non riguarda noi. Tutto ciò che facciamo è per gli abitanti della Palestina. Nessuno dei rischi che affrontiamo è paragonabile a quelli con quelli che corrono loro ogni singolo giorno. Questa grande missione è stata organizzata nell’arco di due mesi da alcuni volontari per provare a riuscire laddove i governi hanno fallito”.
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Thunberg ha poi raccontato cos’è successo dopo che il precedente tentativo di portare degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza è fallito. “Siamo tornati dopo essere stati deportati e detenuti solo per rimetterci subito al lavoro il giorno successivo”.
L’attivista ha infine osservato che “questo viaggio è più simile a una lunga marcia che a una corsa veloce. È da decenni che i palestinesi cercano di far sentire la propria voce al mondo, rimanendo però inascoltati. Dobbiamo continuare a provare ad aiutarli, perché è quando si smette di fare dei tentativi che si perde la propria umanità”.
Pronta la partenza da Siracusa
È prevista nelle prossime ore, molto probabilmente all’alba di domani, la partenza della Global Sumud Flotilla dal porto grande di Siracusa. La missione, che coinvolge un totale di 34 imbarcazioni e circa 600 persone, si propone di portare sostegno alla popolazione di Gaza.
La composizione della flotta
Dal porto di Siracusa partiranno 18 barche con a bordo 150 persone, tra cui due parlamentari e tre europarlamentari italiani. Le imbarcazioni italiane si uniranno in mare con le 6 barche provenienti dalla Grecia, che trasportano sessanta persone, e con le 10 imbarcazioni in arrivo dalla Tunisia, per un totale complessivo di circa 600 partecipanti. Il luogo esatto in cui si incontreranno le 34 imbarcazioni non è stato reso noto.
Alla Marina di Siracusa sono presenti circa 200 persone, provenienti da diverse parti della Sicilia, che hanno manifestato a sostegno della popolazione di Gaza sventolando bandiere palestinesi ed esponendo striscioni.






