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Home Esteri

Global Sumud Flotilla: gli ultimi aggiornamenti sulla missione diretta a Gaza

Il governo italiano ha lanciato un monito a Israele affinché garantisca la sicurezza della Global Sumud Flotilla

by Alessandro Bolzani
12 Settembre 2025
Navi della Global Sumud Flotilla

Navi della Global Sumud Flotilla | EPA/MOHAMED MESSARA - Alanews.it

La relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, ha definito i due attacchi con droni che questa settimana hanno colpito la Global Sumud Flotilla un vero e proprio “test per l’umanità”.

Le parole della relatrice ONU sugli attacchi alla Global Sumud Flotilla

In un video diffuso sul profilo Instagram della Flotilla, Albanese ha sottolineato che, qualora fosse dimostrata la responsabilità di uno Stato negli attacchi, l’episodio non indicherebbe soltanto un senso di impunità, ma anche il timore che si cela dietro simili azioni. Le sue dichiarazioni hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione internazionale sulla vicenda, che coinvolge sia la sicurezza degli attivisti a bordo sia il rispetto del diritto internazionale.

L’intervento dell’Italia

Parallelamente, il governo italiano ha lanciato un monito a Israele affinché garantisca la sicurezza della Global Sumud Flotilla e dei cittadini italiani presenti a bordo, dopo i due episodi di questa settimana. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo in parlamento, ha annunciato che l’Italia seguirà da vicino l’evoluzione della missione, fornendo assistenza consolare e diplomatica ai 58 connazionali che vi prendono parte, tra cui figurano anche alcuni parlamentari.

Le iniziative diplomatiche

Tajani ha spiegato che l’ambasciata italiana a Tel Aviv, su sua indicazione, ha già avviato un dialogo con le autorità israeliane per ribadire la necessità di tutelare i diritti dei cittadini italiani coinvolti. Lo stesso ministro ha inoltre contattato personalmente il collega israeliano Gideon Saar per informarlo della posizione italiana e della necessità di salvaguardare i partecipanti alla missione umanitaria.

La Global Sumud Flotilla attracca a Bizerte

Tutta la Global Sumud Flotilla, partita da Barcellona all’inizio del mese, ha cambiato porto, trasferendosi da Sidi Bou Said, vicino alla capitale tunisina Tunisi, a Bizerte, nella parte settentrionale del Paese.

Secondo il giornalista Mauricio Morales, a bordo della flotta, le unità rimaste in Tunisia continuano a stazionare nella capitale.

Tutte le imbarcazioni sono attese in partenza a breve per unirsi ad altre provenienti da tutto il Mediterraneo, prima di dirigersi verso Gaza, nell’ambito del più grande tentativo finora registrato di sfondare il blocco israeliano e portare aiuti alla popolazione bisognosa dell’enclave.

Per restare sempre aggiornato sulla posizione delle navi della flotta puoi sfruttare il live tracker ufficiale messo a disposizione dalla Global Sumud Flotilla.

Imminente la partenza delle navi italiane

È imminente la partenza delle navi italiane della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale diretta verso la Striscia di Gaza con l’obiettivo di portare cibo, medicinali e beni di prima necessità alla popolazione palestinese duramente colpita dal blocco navale israeliano. L’annuncio è stato dato nel corso dell’evento “Re-Imagine Peace: a light ahead”, tenutosi a Palazzo Vecchio a Firenze, durante un collegamento video tra la sindaca di Firenze, Sara Funaro, il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto e la capo missione, la fiorentina Margherita Cioppi.

“Grazie a Funaro per aver organizzato questo splendido momento di pace, dialogo e confronto tra esperienze diverse“, ha affermato Scotto. “In un momento in cui la pace sembra bandita, Firenze recupera la sua vocazione naturale, legata alla tradizione di Giorgio La Pira“. Scotto ha confermato che la partenza è prevista per domani, dopo un rinvio dovuto a condizioni meteorologiche avverse. A bordo della barca, attrezzata con generi alimentari, medicinali e persino giocattoli, Scotto e Cioppi si uniranno ad altre venti imbarcazioni provenienti dall’Italia, che si uniranno a convogli partiti da Tunisi.

La Global Sumud Flotilla è una coalizione umanitaria nata nel luglio 2025, composta da oltre 50 imbarcazioni e più di 15.000 partecipanti provenienti da 44 Paesi. La missione, volta a rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza, rappresenta il più grande convoglio marittimo civile della storia recente. Tra i partecipanti italiani figurano anche quattro parlamentari: le eurodeputate Annalisa Corrado (PD) e Benedetta Scuderi (Alleanza Verdi e Sinistra), il senatore Marco Croatti (M5S) e lo stesso deputato Arturo Scotto (PD).

Il ruolo dei parlamentari italiani e il sostegno istituzionale

I parlamentari italiani hanno ribadito l’importanza di questa missione, sottolineando la necessità di far arrivare gli aiuti a Gaza e di rompere il blocco navale, auspicando un coinvolgimento più diretto dei governi nazionali. Scotto ha definito la spedizione “la più grande missione umanitaria dal basso della storia recente“, mentre Corrado ha evidenziato come questa iniziativa metta in luce le mancanze della politica internazionale di fronte alla crisi umanitaria palestinese.

La sindaca Funaro ha espresso soddisfazione per il coinvolgimento della città di Firenze, sottolineando come l’iniziativa rappresenti un gesto di solidarietà e impegno civile in un momento di grande difficoltà. La Flottiglia si prepara ora a salpare, con la speranza che il convoglio possa raggiungere la Striscia di Gaza e portare un concreto aiuto alla popolazione locale.

“Vogliamo provare a rompere il blocco illegale verso la Palestina” ha dichiarato Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), intervenendo alla festa dell’Unità di Milano. Schlein ha espresso il suo sostegno alla missione della Flotilla, sottolineando come questa stia svolgendo un ruolo che dovrebbe spettare all’Unione Europea. “Siamo fieri che a questa missione si siano uniti anche esponenti del nostro partito“, ha aggiunto.

Una giornalista italiana ha dichiarato di essere stata espulsa dalla Global Sumud Flotilla

Francesca Del Vecchio, inviata de La Stampa che avrebbe dovuto raccontare dall’interno la missione della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza, ha rivelato di essere stata esclusa dalla spedizione con l’accusa di essere una “giornalista pericolosa”. In un articolo pubblicato sul suo quotidiano, la cronista racconta di aver accettato l’invito a seguire l’avventura per documentarla con onestà, senza censure né compromessi. “Speravo di poter fare il mio lavoro: osservare e riferire. Non è stato possibile. Eppure continuo a ritenere valido l’intento umanitario della missione”, ha scritto.

L’invito e le prime difficoltà

Del Vecchio ricostruisce l’inizio della vicenda, ricordando come ad agosto fosse stata invitata da un’attivista conosciuta mesi prima a partecipare alla spedizione come giornalista. Dopo un confronto con la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, aveva ottenuto il via libera: “Ne saremmo felici”, le era stato detto. L’obiettivo, spiegano, era raccontare luci e ombre del viaggio. La giornalista si reca quindi a Catania, punto di partenza della missione italiana e sede del training per i partecipanti.

Le regole stringenti e la cronaca del primo giorno

Appena arrivata al corso di addestramento, Del Vecchio si scontra con le prime restrizioni: viene chiesto a tutti di consegnare i cellulari e, nei giorni successivi, anche di sottoporsi a perquisizioni. “Motivi di sicurezza”, viene spiegato. Chiede di potersi allontanare per scrivere, ma le viene negato. Nota però che all’interno sono presenti altri giornalisti, estranei agli equipaggi, con macchine fotografiche e telecamere. Alla fine del corso – che include una simulazione di abbordaggio e arresto – ottiene il permesso di raccontare quanto visto, purché senza entrare nei dettagli.

Un clima di sfiducia crescente

Nei giorni successivi, spiega, scrivere diventa sempre più difficile: “Nessuno vuole o può parlare, non ci si può avvicinare alle barche nemmeno accompagnati. La sfiducia è palpabile”. Chiede allora di poter assistere a un turno di sorveglianza notturna, garantendo che avrebbe scritto soltanto dopo la partenza della flotta. Dopo un timido assenso, però, cala il silenzio: nessuno le risponde più.

L’accusa di essere “una giornalista pericolosa”

Del Vecchio racconta di essere stata improvvisamente rimossa dalle chat di gruppo. Poco dopo viene contattata da Simone, membro del Direttivo, che le comunica l’espulsione per aver diffuso “informazioni sensibili” in grado di compromettere la sicurezza della missione. Incredula, riesce a ottenere un colloquio con Maria Elena Delia, che le propone di ristabilire un dialogo e lascia intravedere una soluzione. Ma il giorno dopo, mentre si prepara a un’esercitazione in mare, viene nuovamente fermata: altri membri del Direttivo le ribadiscono che non è più la benvenuta. “Sei una giornalista pericolosa, hai detto al mondo dove si tiene il nostro corso”, le viene detto. Una motivazione che lei considera infondata, poiché il luogo dell’addestramento era noto a molti esterni, tra cui fotografi e colleghi.

L’espulsione e l’amarezza finale

“Il tuo giornale ci attacca ogni giorno”, è la frase che, secondo Del Vecchio, chiarisce la vera ragione dell’allontanamento. Dopo un confronto dai toni accesi, le viene restituito il passaporto – trattenuto come in un controllo di polizia – e viene accompagnata fuori dal porto, con l’avvertimento che non avrebbe potuto nemmeno prendere l’autobus di ritorno insieme agli altri. “Ho passato la serata a rileggere i miei pezzi, chiedendomi dove avessi sbagliato. Alla fine ho capito che il problema era uno solo: il mio lavoro è stato giudicato non allineato”, conclude.

Solidarietà dalle istituzioni

Sul caso dell’allontanamento dalla Flotilla di Francesca Del Vecchio tante sono state le voci di vicinanza e solidarietà nei confronti della giornalista de La Stampa. “Il giornalismo schierato non è giornalismo e chi pretende che lo sia non ha idea di quale sia la funzione dell’informazione. Esprimo perciò la mia solidarietà alla giornalista Del Vecchio che ho invitato e vedrò martedì prossimo in Senato“. Lo afferma in una nota il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Parole di vicinanza anche da parte di Simone Leoni, segretario nazionale giovani di Forza Italia, impegnato nella tre-giorni dei giovani di FI Azzurra Libertà: “Solidarietà alla cronista della Stampa cacciata dai finti democratici della Flotilla, è una cosa vergognosa”. Leoni ha poi aggiunto: “Dalla manifestazione un appello in difesa dei giornalisti e di chi fa il proprio dovere e salvaguardare nel mondo la democrazia”.

Anche la Comunità Ebraica di Milano si è espresso sull’accaduto tramite le parole del proprio delegato della comunicazione David Blei: “La cacciata dalla Flotilla della giornalista della Stampa Francesca Del Vecchio ci lascia sgomenti. Le motivazioni invece di chiudere la cosa ci ricordano vecchie prese di posizione durante la guerra fredda. Che paura possono avere gli organizzatori e quali veri fini perseguono?” Prosegue Blei: “Trattare Francesca come una spia, e poi di chi? Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a questa giornalista onesta che faceva il suo lavoro, con puntiglio, citando le fonti. Cosa veramente rara in questo periodo turbolento. Questi Signori da chi prendono gli ordini? Cala sulla vicenda un vero punto interrogativo”.

La risposta della Global Sumud Flotilla alla Del Vecchio

La questione della libertà di stampa e delle regole di sicurezza a bordo della Global Sumud Flotilla torna al centro del dibattito dopo la denuncia della giornalista Francesca Delvecchio, inviata de La Stampa, che sarebbe stata esclusa dalla missione. A chiarire la posizione degli organizzatori è intervenuta Maria Elena Delia, portavoce della Flotilla.

Maria Elena Delia ha sottolineato il pieno rispetto per la libertà di stampa, definendo i media come “la forma più grande di protezione” in situazioni di alto rischio come quella della missione. Tuttavia, ha precisato che i giornalisti che partecipano alla Flotilla sono anche passeggeri e, come tali, devono rispettare le regole comuni stabilite per garantire la sicurezza di tutti. “Ci siamo dati delle regole, che valgono per tutti, per proteggerci“, ha spiegato.

Nel caso specifico di Francesca Delvecchio, docente e giornalista italiana, la portavoce ha evidenziato come queste regole non siano state rispettate. Durante i primi giorni della missione, infatti, era stato chiesto esplicitamente di non divulgare informazioni riguardo la posizione delle imbarcazioni e le modalità del training. Delvecchio avrebbe invece pubblicato dettagli che hanno causato disorientamento tra gli altri passeggeri, compromettendo così il clima di fiducia necessario in una situazione così delicata.

Maria Elena Delia ha ribadito che l’esclusione di Francesca Delvecchio è stata una conseguenza diretta della perdita di fiducia generatasi a causa del mancato rispetto delle regole condivise fin dall’inizio della missione.

Solidarietà politica a Il Tempo dopo la querela della Global Sumud Flotilla

La libertà di stampa torna al centro del dibattito politico dopo la querela presentata dal Global Movement to Gaza Italia contro il quotidiano Il Tempo. L’azione legale, motivata da accuse di diffamazione e diffusione di notizie false e tendenziose riguardanti la missione Global Sumud Flotilla, ha scatenato una reazione immediata da parte di esponenti politici, in particolare di Fratelli d’Italia (FdI).

Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha espresso con fermezza il suo sostegno alla redazione del quotidiano, definendo la querela come un tentativo di intimidazione: “La libertà di stampa non può essere messa sotto attacco da chi non tollera il diritto di cronaca. Nessuna azione giudiziaria potrà oscurare la funzione fondamentale che quotidiani come ‘Il Tempo’ svolgono ogni giorno“.

Anche Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, ha manifestato solidarietà al direttore Tommaso Cerno e alla redazione, sottolineando la professionalità del giornalista e il carattere intimidatorio della querela: “Se si ritengono infondate le notizie, il primo passo è smentirle con dati di fatto, non con azioni legali“.

La replica del direttore Tommaso Cerno e il caso Francesca Del Vecchio

Il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, ha commentato con determinazione la querela, dichiarando ad Adnkronos: “Non vediamo l’ora di essere in Tribunale a spiegare chi sono e perché nessuno parla dei legami con Hamas“. Cerno ha inoltre denunciato l’espulsione dalla Flotilla della cronista di La Stampa, Francesca Del Vecchio, definendola una vicenda che ha “fatto capire chi sono davvero i nostri eroi“.

Cerno ha evidenziato il clima di ostilità nei confronti dei giornalisti critici verso il movimento, caratterizzato da azioni di censura e propaganda violenta: “I propal esultano per la morte di Kirk, cacciano i giornalisti dalla Flotilla, incolpano Trump per la violenza che invece invocano loro preparando la piazza“.

Tags: Global Sumud FlotillaUltim'ora

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