Ginevra, 30 aprile – Esperti indipendenti dell’Onu hanno denunciato presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Mali dopo il ritrovamento di corpi vicino a un campo militare. Si sospettano esecuzioni sommarie e sparizioni forzate di civili, in particolare di etnia Fulani. Gli esperti hanno sollecitato le autorità maliane a svolgere indagini indipendenti e trasparenti. Almeno 65 persone risultano scomparse o uccise
Gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite hanno recentemente lanciato un allarme preoccupante riguardo a presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Mali. Questa grave situazione è emersa dopo la scoperta di corpi senza vita nei pressi di un campo militare, sollevando interrogativi inquietanti sulle pratiche in atto nel paese.
Accuse di crimini di guerra
Nella loro dichiarazione congiunta, firmata da Eduardo Gonzalez, esperto incaricato di monitorare la situazione dei diritti umani in Mali, gli esperti hanno evidenziato la gravità delle accuse. Hanno parlato di esecuzioni sommarie di decine di persone e della sparizione forzata di altri individui. Se confermate, queste azioni potrebbero configurarsi come crimini di guerra e crimini contro l’umanità, specialmente se si dimostrasse che fanno parte di un attacco sistematico contro la popolazione civile.
Il contesto della violenza in Mali
Le preoccupazioni degli esperti arrivano in un momento particolarmente critico per il Mali, dove la violenza etnica e le tensioni interne hanno raggiunto livelli allarmanti. Testimonianze di fonti locali indicano che molti dei civili arrestati appartengono all’etnia Fulani e sono stati presi in custodia da soldati maliani e mercenari del gruppo Wagner, noto per le sue operazioni in diverse zone di conflitto. Sebbene il numero esatto di vittime non sia ancora chiaro, si stima che almeno 65 persone siano scomparse o siano state uccise nelle ultime settimane.
La richiesta di indagini trasparenti
In risposta a queste gravi accuse, gli esperti hanno esortato le autorità maliane a intraprendere indagini rapide e trasparenti. La richiesta di una risposta efficace e imparziale sottolinea l’urgenza di affrontare le violazioni dei diritti umani in un contesto dove la fiducia nelle istituzioni è già fragile. La situazione attuale rappresenta una sfida non solo per il governo maliano, ma anche per la comunità internazionale, che deve confrontarsi con le implicazioni di tali atrocità in un paese già devastato da anni di conflitto e instabilità.






