Washington, 10 dicembre 2025 – Un giudice federale ha bloccato l’ordine del presidente Donald Trump di schierare la Guardia Nazionale a Los Angeles in risposta alle proteste nate dall’intensificazione dei controlli sull’immigrazione nella città californiana. La decisione, riportata da numerosi media statunitensi, compreso il Los Angeles Times, rappresenta un significativo passo nella controversia legale tra l’amministrazione federale e lo Stato della California, governato dal democratico Gavin Newsom.
Il blocco giudiziario sull’uso della Guardia Nazionale
A giugno 2025, l’amministrazione Trump aveva inviato migliaia di soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles per fronteggiare le manifestazioni contro i raid e le politiche migratorie federali. Tuttavia, il giudice Charles R. Breyer ha stabilito che il governo federale non ha fornito prove sufficienti per giustificare il controllo diretto della Guardia Nazionale da parte dell’amministrazione Trump, sottolineando che le proteste cittadine non costituiscono motivo valido per assumere il controllo federale delle truppe statali.
Il magistrato ha inoltre respinto l’argomento secondo cui la Corte non dovrebbe intervenire in decisioni presidenziali in caso di emergenza, ricordando che il sistema americano si fonda su un equilibrio di poteri. Breyer ha ordinato che il controllo della Guardia Nazionale ritorni al governatore Newsom, precisando che l’ordine non entrerà in vigore prima del 15 dicembre per consentire un eventuale ricorso da parte dell’amministrazione federale.
Tensioni e arresti nelle proteste contro Trump
Parallelamente alla disputa legale, a Los Angeles sono proseguite le tensioni con l’impiego anche dei Marines, che hanno effettuato il primo arresto di un civile vicino al Wilshire Federal Building, struttura federale sotto protezione militare. L’arrestato, un veterano dell’esercito, è stato immediatamente rilasciato e ha dichiarato di aver assistito a un comportamento professionale da parte delle forze militari.
Le manifestazioni anti-Trump hanno coinvolto anche veterani e attivisti, con circa 60 arresti fuori dal Campidoglio a Washington durante un sit-in contro l’invio delle truppe e la parata militare in programma nella capitale per il 250° anniversario dell’esercito statunitense. Le proteste sono state accompagnate da crescenti preoccupazioni per possibili episodi di violenza, con gruppi estremisti di destra che hanno minacciato azioni contro i manifestanti.
Il sindaco di Los Angeles ha dichiarato che la città non diventerà un “laboratorio per l’autoritarismo federale”, ribadendo la contrarietà locale all’operato dell’amministrazione Trump sul territorio californiano.
La battaglia legale proseguirà, con la Corte d’Appello che nei giorni scorsi ha sospeso il precedente divieto di dispiegamento della Guardia Nazionale in Oregon, in un contesto che vede gli Stati democratici opporsi fermamente alle iniziative federali di schieramento militare nelle città governate da amministrazioni locali di segno politico opposto.






