In Giappone è stata eseguita una pena di morte per la prima volta dopo tre anni, segnando una significativa interruzione nel lungo periodo di sospensione delle esecuzioni capitali. L’evento è stato riportato venerdì dall’emittente pubblica NHK e da altri organi di stampa nazionali, anche se il Ministero della Giustizia ha scelto di non confermare ufficialmente la notizia
Il caso del “killer di Twitter”
Secondo quanto riferito da NHK, l’uomo giustiziato era stato condannato nel 2017 per l’omicidio di nove persone. Si tratta di Kōji Shiraishi, noto come il “killer di Twitter”, accusato di aver ucciso e smembrato le sue vittime, quasi esclusivamente giovani donne di età compresa tra i 15 e i 26 anni, molte delle quali aspiranti suicide. Shiraishi avrebbe attirato le vittime tramite l’allora piattaforma social Twitter, oggi nota come X, proponendo loro aiuto nel morire, per poi ucciderle nel suo appartamento situato nei pressi di Tokyo. I resti delle vittime erano nascosti nelle celle frigorifere dell’abitazione, secondo quanto riportato dai media giapponesi.
La pena di morte in Giappone: un contesto e una ripresa
Questa esecuzione rappresenta la prima applicazione della pena capitale in Giappone da luglio 2022, un dato che evidenzia la rarità con cui viene attuata la pena di morte nel Paese. Sebbene il Giappone mantenga la pena capitale come sanzione legale, le esecuzioni sono generalmente eseguite in modo discreto e con lunghi intervalli. Il sistema giudiziario giapponese è noto per il rigore nella gestione di questi casi, e l’esecuzione di Shiraishi segna una ripresa dopo un periodo di sospensione.
La notizia ha suscitato l’attenzione internazionale, anche perché il Giappone è uno dei pochi Paesi sviluppati a mantenere la pena di morte. La delicata gestione delle comunicazioni da parte del Ministero della Giustizia conferma la sensibilità che circonda questi eventi nel contesto giuridico e sociale nipponico.
In attesa di ulteriori dettagli ufficiali, questa esecuzione rappresenta un momento di rilievo nella storia recente della giustizia penale giapponese, sottolineando le complesse dinamiche che accompagnano la pena capitale in un Paese noto tanto per la sua modernità quanto per il rispetto delle tradizioni.






