Tokyo, 3 novembre 2025 – Il governo giapponese ha ufficialmente espresso la volontà di convocare un vertice tra la premier Sanae Takaichi e il leader nordcoreano Kim Jong Un, con l’obiettivo di risolvere in via definitiva la delicata questione dei cittadini giapponesi rapiti tra gli anni Settanta e Ottanta. L’annuncio è stato fatto dalla stessa Takaichi durante un incontro a Tokyo dedicato al dossier ancora irrisolto.
Il vertice Takaichi-Kim Jong Un per risolvere i rapimenti
Sanae Takaichi, prima donna a ricoprire il ruolo di premier in Giappone, ha sottolineato la volontà di “parlare apertamente con Kim Jong Un per ottenere risultati concreti”, definendo i rapimenti come una questione che “mette a repentaglio la vita delle vittime e la sovranità nazionale”. Durante il proprio mandato, ha ribadito il fermo impegno a raggiungere una svolta significativa, approfittando anche del supporto degli Stati Uniti.
Il governo nipponico riconosce ufficialmente 17 casi di rapimento attribuiti ad agenti nordcoreani, ma sospetta il coinvolgimento di Pyongyang in decine di altri casi. Nel 2023, dopo un incontro storico tra l’allora premier Junichiro Koizumi e il defunto leader nordcoreano Kim Jong Il, cinque persone furono rimpatriate.
L’ultima visita di un premier giapponese a Pyongyang risale al 2004, e da allora non si sono più tenuti vertici bilaterali. Nel 2014 Pyongyang si era impegnata a riaprire le indagini, ma il processo si è interrotto nel 2016 a causa dell’inasprimento delle sanzioni giapponesi in risposta ai test nucleari nordcoreani.
Relazioni diplomatiche e alleanze nell’Indo-Pacifico
La premier Takaichi ha intensificato i rapporti con gli alleati internazionali, in particolare con gli Stati Uniti, chiedendo il sostegno di Washington nel trattare con Pyongyang. In un recente incontro con il presidente statunitense Donald Trump, la premier ha ribadito l’importanza di una cooperazione strategica per affrontare le sfide della regione Indo-Pacifico.
In questo contesto, il possibile vertice con Kim Jong Un rappresenta un tassello cruciale per la stabilità regionale, soprattutto alla luce delle recenti tensioni nucleari e dei test nordcoreani che hanno aggravato il clima di insicurezza.
Il nuovo corso diplomatico della premier Takaichi si inserisce quindi in una fase delicata per il Giappone, che punta a risolvere una delle ferite più dolorose della sua storia recente, mentre si rafforza il quadro strategico nell’Indo-Pacifico.






