Hamas si dichiara pronta a farsi da parte per consentire la formazione di un organismo palestinese che amministri la Striscia di Gaza nel dopoguerra, pur mantenendo una presenza sul territorio. La dichiarazione arriva da Basem Naim, dirigente dell’organizzazione, in un’intervista a Sky News, in un momento cruciale per il processo di pace in Medio Oriente.
L’intesa con Israele e il ruolo di Hamas a Gaza
Basem Naim ha sottolineato che l’accordo raggiunto con Israele è stato possibile grazie all’intervento personale del presidente statunitense Donald Trump, figura chiave nella mediazione tra le parti. Tuttavia, ha frenato sull’ipotesi di un disarmo immediato di Hamas, definendolo parte di una discussione più ampia tra palestinesi, legata alla lotta per la libertà e la creazione di uno Stato indipendente. Inoltre, Hamas ha ribadito il proprio rifiuto a un coinvolgimento dell’ex premier britannico Tony Blair nell’amministrazione provvisoria di Gaza.
Il contesto è segnato dall’approvazione da parte del governo israeliano di un piano che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti, con il conseguente avvio di una tregua nella Striscia di Gaza. Le forze israeliane hanno già compiuto il ritiro secondo accordi predefiniti, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito l’obiettivo finale di disarmo completo di Hamas e smilitarizzazione dell’area, che potrà avvenire pacificamente o con la forza.
La tregua e l’accordo rappresentano un primo passo verso la stabilità, anche se la situazione resta delicata. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito il piano di Trump “storico”, sottolineando l’importanza di questo momento nel lungo conflitto israelo-palestinese.
La complessità del futuro di Gaza e il ruolo internazionale
Mentre Hamas manifesta la disponibilità a un cambio di gestione amministrativa della Striscia, rimane centrale il coinvolgimento internazionale. Oltre a Trump, il ruolo di Paesi come Egitto, Turchia e Qatar è cruciale nella mediazione e nella fase di ricostruzione post-conflitto. La comunità internazionale continua a monitorare con attenzione la situazione, in attesa del rilascio degli ostaggi e del pieno rispetto del cessate il fuoco.
Il futuro di Gaza appare così segnato da una fase di transizione, con Hamas disposto a un passo indietro nell’amministrazione, ma determinato a rimanere presente e a partecipare al dibattito politico palestinese, mentre la comunità internazionale si prepara a sostenere la stabilità e la ricostruzione della regione.






